25 aprile antifascista, dopo 78 anni ricordiamo la morte della partigiana molisana Maria Di Salvo
Si celebra oggi 25 aprile il 78esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Era il 1945 quando gli alleati sconfissero il regime e diedero il via al processo di liberazione che ha creato successivamente la Repubblica italiana libera e democratica.
I partigiani che liberarono l’ Italia dopo sono diventati sia democristiani che comunisti e Socialisti. Quella di oggi è una giornata divisiva solo per chi non crede nei valori antifascisti.
E per chi cerca di equiparare il comunismo al fascismo. E per chi come il presidente del Senato Ignazio La Russa, ha sostenuto che nella Costituzione non è menzionata la parola antifascismo.
Il Movimento partigiano è stato importante anche in Molise. E tra coloro che hanno combattuto contro il regime antifascista c’ erano anche le donne.
Una in particolare, di Salcito, è morta in ospedale a Roma con un colpo di pistola alla testa, per aver fatto una scritta antifascista.
Maria Di Salvo, questo il suo nome, il 28 marzo 1944 in Via Orvieto viene colpita a morte dai fascisti Maria Di Salvo. A pochi giorni dall’eccidio delle Fosse Ardeatine, era insieme a un gruppo di Patrioti e scriveva sulla via “A Roma tutti eroi! Morte ai fascisti e ai tedeschi!”.
Era nata a Salcito il 6 aprile 1899 da Giovanni Di Salvo e Giuseppina Di Giorgio, abitante in via Tuscolana 42, presso piazza dei Re di Roma.
E’ la fine di marzo del 1944, sono 203 giorni che Roma è occupata dai tedeschi. Sono trascorsi appena cinque giorni dall’attentato di via Rasella e quattro dall’eccidio di rappresaglia delle Fosse Ardeatine ed il clima è particolarmente teso. La giovane molisana, definita “sovversiva” nei verbali delle forze dell’ordine nella retorica del periodo fascista, probabilmente una partigiana, è vittima di un conflitto a fuoco con la polizia in via Orvieto, non molto lontano da casa. Resta ferito anche un poliziotto. Lei viene colpita alla testa, è grave. Condotta all’ospedale San Giovanni, vi morirà poco più di due ore dopo il fatto.
La vicenda è emersa proprio dai verbali del noto ospedale romano, dove compaiono anche i nomi delle guardie che accompagnarono la salcitana nel nosocomio (Michele Brilli e Guglielmo Franci), la targa del veicolo (Roma 73204) e il numero del referto (2838). Una vicenda fino ad oggi ignota, raccontata nello scarno linguaggio burocratico del mattinale di polizia al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni, data 28 marzo 1943, quattro giorni dopo il massacro delle Ardeatine.
La vicenda è riemersa in questo convegno voluto dall ‘ Anpi provinciale di Roma di cui abbiamo ritrovato testimonianza grazie al social network youtu.be