Primarie PD, chiunque vinca il partito resta filo atlantico e pro Ucraina

Ancora poche ore e si conoscerà il nome del nuovo segretario PD. Potrebbe essere Stefano Bonaccini o Elly Schlein.
Ma queste primarie di gazebo non sono altro che una cosa formale dal punto di vista internazionale. Perché chiunque dei due vincerà dovrà sostenere l’ alleanza Atlantica e l’Ucraina.
Infatti davanti a tutti i 5500 gazebo saranno domani, dalle 8 alle 20, ben visibili due bandiere: quella della pace e quella dell’Ucraina. É l’ultimo regalo del segretario uscente Enrico Letta che lascia un’ eredità pesante al segretario che verrà.
Letta stesso come ultimo atto da segretario ha guidato una delegazione del partito in visita all’ambasciata ucraina a Roma: “È un gesto importante – ha detto – Ho voluto testimoniare la coerenza della nostra linea: l’aggressione infame deve arrestarsi”. Letta è sicuro, chiunque vinca domenica, la linea del Pd non cambierà, anche sull’invio delle armi: “Il Pd ha preso una decisione che è nel suo dna, difendere chi è aggredito”.
A dividere i candidati a succedergli sono di più i temi interni. Bonaccini non si sente un usato sicuro. “Non ho mai fatto parte di alcuna corrente – ha detto – e sono stato il primo a dire che se le correnti volevano appoggiarmi io quell’appoggio non lo avrei voluto e questo ha fatto sì che veramente abbiamo sparigliato. Non è un caso che tutti i dirigenti o quasi che hanno guidato il partito non sostengano Bonaccini”. E poi, in risposta alle accuse della rivale: “I diritti civili sono fondamentali per accrescere diritti a minoranze che non ne hanno. Su quelli non prendo lezioni da nessuno, in Emilia Romagna, nella legislatura scorsa, quando Schlein ancora non era in Regione, abbiamo approvato la legge regionale contro l’omotransfobia”.