Autonomia differenziata, Paglione: non mi fido di Calderoli, mette a rischio l’unità nazionale

Dopo il sì molisano del Presidente della Regione Donato Toma e i no della segretaria della Uil Tecla Boccardo e della consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli ora al coro di no molisani si aggiunge anche la voce del sindaco di Capracotta e presidente Uncem Candido Paglione.
“Fidarsi di Calderoli? – si legge nella sua nota stampa- E come si fa a fidarsi di uno che partorisce un obbrobrio di legge elettorale che lui stesso definisce una porcata? No, all’autonomia (o regionalismo) differenziata va fatta opposizione dura perché sarebbe una sciagura per l’Italia e, per i nostri territori, un vero e proprio colpo di grazia”.
Un no che motiva con le parole di Mattarella che vanno in senso completamente opposto.
“Le parole che Mattarella ha pronunciato a fine 2022, osserva Paglione, contengono importanti affermazioni che trattano anche il tema a noi caro: accanto ai valori positivi (scienza, fiducia, responsabilità, sanità, unità, bisogni, Costituzione, Repubblica, diritti, eguaglianza) ci sono i valori negativi che li contraddicono, cioè differenze, ingiustizie, diritti negati. Dunque le risorse preziose per una comunità rischiano di essere messe in discussione e addirittura negate da altre risorse di segno negativo.
Il servizio sanitario nazionale, per esempio, è il simbolo più alto di quella unità nazionale, di quel diritto all’uguaglianza sancito dalla Costituzione che, almeno in principio, annulla tutte le differenze per garantire un’assistenza universale. Come si fa, dunque, a pensare che un meccanismo che rafforza alcune aree del paese a scapito di altre possa funzionare bene per tutti, possa garantire quell’uguaglianza – non solo nel settore sanitario, ovviamente – che è principio cardine della nostra carta costituzionale?
Insomma – sostiene Paglione – non c’è da fidarsi. Non ci si può definire patrioti e minare l’unità della nazione in modo cosi subdolo. Per questo – conclude – il progetto di autonomia differenziata va combattuto strenuamente e senza cedimenti. È in gioco l’unità nazionale e la sopravvivenza di buona parte dell’Italia stessa”.