Zelensky a Sanremo, no anche dalle opposizioni parlamentari. La RAI insiste

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La guerra in uno spettacolo musicale non dovrebbe entrare. Lo avevamo detto in precedenza su questa testata e lo hanno ribadito in molti. Di recente anche una petizione di firme degli antisistema di byoblu.

Nelle ultime ore però sembra che il dissenso si sia allargato a macchia d’ olio e non sia più una questione soltanto di forze antisistema e di intellettuali e personaggi dello spettacolo.

L’intervento di Volodymyr Zelensky a Sanremo non piace nemmeno a larga parte della politica e sono diversi gli esponenti dell’opposizione che storcono il naso di fronte alla sua presenza nella serata finale del Festival.

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Il no è stato espresso dal leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte che avversa anche se non troppo anche la linea governativa di dare armi all’Ucraina. Dubbi anche da Carlo Calenda di Azione e Italia Viva.

Profilo basso invece sul fronte della maggioranza, a partire da Fratelli d’Italia, dopo le critiche sollevate ieri da Matteo Salvini. L’input, evidentemente, è quello di evitare polemiche su un tema delicato, con possibili riflessi a livello internazionale. Nessun commento anche dai vertici Rai, presi nel frattempo dalla difficile soluzione della crisi interna al consiglio di amministrazione che lunedì 30 deve esprimersi sul budget del 2023 e potrebbe far mancare il sostegno della maggioranza all’ad Carlo Fuortes.

Non si tira indietro, come riporta l’ Ansa, Bruno Vespa, che, in occasione di una recente intervista, aveva raccolto il desiderio del presidente ucraino di intervenire nel corso della kermesse e, a Domenica In, aveva dato l’annuncio della sua presenza in collegamento video.

“Non capisco francamente tutto questo rumore – dice all’ANSA -. Al Festival hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali. Zelensky è stato ospite aI Festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globes, e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo”. Tesi condivisa da un altro volto storico Rai come il direttore di Radio 1 e Gr, Andrea Vianello. “Il leader di un paese invaso e sotto missili e bombe da un anno non può parlare alla più grande platea televisiva italiana? – si chiede – E perché mai?”. Le polemiche non hanno prodotto alcuna marcia indietro.

Tutto resta confermato: il videomessaggio registrato, di un paio di minuti, dovrebbe andare in onda nella serata finale di sabato, dopo la gara, ma prima dell’esibizione dei cinque cantanti che entreranno nella short list, quindi in tarda serata. Una scelta – a quanto pare – dettata dalla volontà di non interferire sulla competizione canora. Ai piani alti di Viale Mazzini si segue ovviamente la vicenda, che finisce con l’intersecarsi con la fase di fibrillazione legata all’approvazione del budget per l’anno in corso. 

La nostra testata continua a invitare al boicottaggio.