Tutelare pensioni e potere d’ acquisto: la Cgil contro Meloni anche a Campobasso
Anche a Campobasso la città si è riempita di bandiere rosse della Cgil per dire no alla riforma pensionistica targata Giorgia Meloni.
I rappresentanti e i quadri dello Spi Cgil hanno raggiunto il mattinata il vecchio Romagnoli per arrivare a piedi in piazza Prefettura.
Qui insieme al segretario regionale della Cgil Paolo De Socio anche i dirigenti abruzzesi e nazionali dello Spi hanno chiarito cosa non va nella riforma Meloni.
In primis l’ aumento ridicolo di tre euro sulle pensioni minime, che cozza con l’incremento del costo della vita che è di molto superiore.E in più l’ aumento dei costi sanitari che è una stangata per tutti i pensionati.”
Duemila euro al mese per un posto in Rsa” recita un cartello, noi non ce lo possiamo permettere.E poi tutte le bugie del Governo Meloni, anche sull’ aumento del canone TV sulla bolletta della luce, che ai tempi del Governo Renzi giuravano di voler far togliere.”Il potere d’ acquisto logora chi non ce l’ ha” il titolo della protesta che si è svolta contemporaneamente anche in altri capoluoghi di regione.
La Cgil Abruzzo Molise ha scelto Campobasso. E in più si protesta contro l’ invisibilità degli anziani non autosufficienti, contro il lavoro povero e precario, il fisco ingiusto, l’inflazione in crescita e la privatizzazione della sanità, da sempre tema caldo in Molise.”
Il Governo prepara un’ altra legge di bilancio- si legge nel volantino di protesta- che impoverisce il Paese. Non possiamo permettercelo. Per questo scenderemo in piazza in tutta Italia”.
Si attacca anche il Governo Meloni per l’ autonomia differenziata che contribuisce a impoverire le persone già povere del Sud Italia.
Una manifestazione riuscita quella di Campobasso. Non si vedevano tante bandiere in piazza Prefettura forse da due anni. Ma non basta. La sensibilizzazione va estesa perché le proteste alla francese sono lontane dal verificarsi.