Toma, il video e la linguaccia. Ci uniamo alle colleghe Iacobucci e Potente nel ristabilire la verità

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Nei tempi dei social dove tutto è il contrario di tutto è necessario ristabilire la verità dei fatti. Ed è quello che ci proponiamo di fare riguardo a un video che circola in rete, che mostra il presidente della Regione Toma fare una linguaccia e poi rivolgersi scherzosamente a due colleghe.

Nel mondo dei video tagliati ad arte sembra che le due cose siano avvenute in sequenza. Chi scrive era presente e può giurare ( anche se si giura in Chiesa e non su un giornale) che ci sono parti che non sono andate in onda che avrebbero mostrato chiaramente che si trattava di un gioco e non di una mancanza di rispetto verso le colleghe a cui si riferiva. Se fosse avvenuto, da femminista sensibile al tema delle violenze sulle donne, lo avrei notato di sicuro. Davanti a una frase sessista o violenta verbalmente so riconoscerla come la sanno riconoscere le colleghe Rita Iacobucci e Stefania Potente. Siamo tutte giornaliste, abbiamo tutte anni di esperienza nel settore e non siamo sprovvedute.

Sono altre le violenze che andrebbero denunciate. Quelle nelle fabbriche dove c’ è un padrone capitalista che stupra una donna debole e ricattabile economicamente. Quelle negli uffici e quelle in qualsiasi posto di lavoro. E in questo caso violenza non c’ è stata. Anche perché la linguaccia è davvero il simbolo del Rolling Stones. E quasi sicuramente ( ma questo non lo ho sentito ma posso soltanto supporlo) il presidente di Regione dopo aver presentato il film sul Molise con protagonista il bassista che ha lavorato anche con i Pink Floyd, ha voluto dire: io amo i Rolling Stones. E che avrebbe preferito parlare di quello e non della surroga.

Ma prima di me la vicenda è stata ricostruita dalle dirette protagoniste dello scambio verbale con Toma, Rita Iacobucci e Stefania Potente. Alle quali va la mia solidarietà per essere state coinvolte in una storia sgradevole.

Ricordo sommessamente che l’anno scorso quando lavoravo per la testata Moliseweb.it intervistammo l’onorevole Giuseppina Occhionero e in quella occasione il presidente Toma si rese protagonista di una simpatica invasione di campo. Anche lì il video fu montato ad arte per far sembrare il presidente quello che non era.

Ma ora lascio spazio alle parole delle colleghe di Teleregione e Primo Piano Molise


“Prendiamo le distanze da quanto affermato ieri in un post da Giuditta Lembo, Consigliera di parità delle Province di Campobasso e Isernia – dichiarano Iacobucci e Potente- Lo facciamo perché accostare un tema socialmente serio come la violenza sulle donne ad un video, evidentemente montato ad arte, è sconcertante nonché pericoloso. Il presidente Toma, al termine di una conferenza stampa che annunciava un evento musicale, ha raggiunto giornalisti, cameraman e fotografi che lo aspettavano per le interviste (noi comprese) e rivolgendosi ad alcuni colleghi ha mostrato la lingua, facendo riferimento — parole sue — alla lingua simbolo dei Rolling Stones. Successivamente si è rivolto a noi, ha espresso concetti oggettivamente fuori contesto rispetto al tema in discussione, ribadendo tuttavia che stava scherzando (forse voleva distrarci rispetto agli spinosi temi della surroga? Se così fosse non è riuscito ne I I ‘ intento). Siamo giornaliste e ancor prima siamo donne. Seguiamo per mestiere il presidente sin dal suo insediamento, possiamo attribuirgli ogni colpa, ma certamente non quella di averci offese o oltraggiate. Sappiamo distinguere una frase scherzosa da un episodio sgradevole. Nel caso non avremmo esitato un solo istante e ci saremmo difese, perché ne siamo capaci. Il presidente Toma — il cui giudizio è rimesso ai molisani — ha da subito instaurato un rapporto schietto e sincero con gli operatori della professione giornalistica. E con altrettanta schiettezza e sincerità sentiamo il dovere di ribadire — poiché chiamate in causa — di non esserci sentite vittime di nulla. A nessuno, pertanto, è consentito strumentalizzare un fatto che non è avvenuto, tirando in ballo due giornaliste, due donne, che ogni giorno provano — seppur tra numerose difficoltà — a fare bene il loro mestiere.
Tanto era dovuto” .