Regionali, si conferma l’ abitudine tutta molisana di non ricandidare i governatori uscenti

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Restano però in sella assessori e consiglieri che li hanno sostenuti. In un sistema che finge di cambiare ma non cambia.

Una abitudine tutta molisana degli ultimi cinque anni: non permettere ai cittadini di esprimersi sull’operato del presidente della Regione uscente.

Nelle scorse regionali che hanno interessato l’intera nazione, l’unica in cui non era stato ricandidato l’uscente era il Lazio del centrosinistra con Zingaretti.

Invece in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia i governatori uscenti e riconfermati sono Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga.

In quei casi i risultati vincenti sono sotto gli occhi di tutti. Invece accade che in Molise sono i partiti romani che scelgono di non riconfermare i governatori uscenti.

Accadde nel 2018 con Paolo Di Laura Frattura, sostituito in fretta e furia dal duo Facciolla- Fanelli con l’agnello sacrificale Carlo Veneziale che, classificandosi terzo, non riuscì nemmeno a entrare in consiglio regionale. Favorendo una rendita di posizione proprio all’ ex vicepresidente della Giunta che era Vittorino Facciolla e all’ allora segretaria del Pd Micaela Fanelli.

Due politici che probabilmente tenteranno ancora di rimanere in sella anche oggi con la candidatura di Roberto Gravina. Intanto il centrosinistra perse la partita perché non si riconobbe nella leadership di Carlo Veneziale, benché anche lui ex assessore della Giunta Frattura. Subentrò, lo ricordiamo, dopo le dimissioni di Michele Petraroia. Allora si riconobbe che era stato abbattuto Frattura ma non il suo sistema, traslocato in parte in quello di Toma con le candidature di Vincenzo Niro e Vincenzo Cotugno nel centrodestra dopo essere stati con Frattura fino al giorno prima. E con loro anche Salvatore Micone.

Il centrodestra avrebbe dovuto ricordare che candidato che si cambia, sconfitta quasi sicura. Potrebbe avvenire lo stesso con Roberti. Perché sarà dura dimostrare la discontinuità con il Governo Toma se nelle liste saranno presenti i soliti nomi che hanno appoggiato l’ uscente fino ad oggi.

Stando alla cabala ma anche al gradimento dei molisani il centrosinistra, con qualche nome nuovo, potrebbe essere in vantaggio. Ma tutto dipende dalla qualità delle liste in appoggio all’uno o all’ altro candidato.

Resta comunque un dato che potrebbe portare all’ astensione: quello di non poter, per la seconda volta consecutiva, bocciare il governatore uscente perché lo hanno deciso i partiti romani.

L’ultimo governatore bocciato dai cittadini nel 2013, dopo 12 anni ininterrotti di potere assoluto che aveva portato al commissariamento della sanità, è stato Michele Iorio. Lo stesso che ieri, dopo l’ufficializzazione della candidatura ha prima convocato e poi disdetto una conferenza stampa. È mistero su cosa volesse comunicare ai giornalisti. I bookmaker parlano di una eventuale discesa in campo in solitaria. Resta tuttavia solo una ipotesi.