Regionali 2023, nel centrodestra lascia solo Toma: ecco tutti i cambi di casacca di chi ha abbandonato il Titanic
É iniziata ufficialmente la campagna elettorale in vista delle Regionali del 25 e 26 giugno. Ma una riflessione va fatta. Il fallimento della gestione del Covid 19, il debito sanitario e delle casse regionali che non solo non é diminuito ma è aumentato, i trasporti da terzo mondo, il lavoro che diminuisce, lo paga una sola persona: Donato Toma.
É l’unico nel centrodestra a non essere stato ricandidato. L’unico a rimanere sul Titanic fino al 24 giugno alle 23.59. A promettere ancora un bilancio di previsione che probabilmente non arriverà.
I suoi assessori, dai dimissionari Niro, Calenda e Cavaliere a quelli ancora in sella Cotugno e Pallante, sono proiettati in campagna elettorale. Tutti pronti a ricevere consenso, scappati dalla nave della dodicesima legislatura, verso una tredicesima in cui potrebbero aumentare il loro potere sui cittadini molisani.
Vincenzo Niro a capo della sua lista di sempre I Popolari per l’Italia, Quintino Pallante con Fratelli d’ Italia e Nicola Cavaliere con Forza Italia.
E la coerenza finisce qui. Perché gli altri tra assessori e consiglieri, pur rimanendo nel centrodestra hanno avuto anche l’ardire di cambiare casacca. Filomena Calenda passa dalla Lega in cui si candida nel 2018, al gruppo misto per approdare a Forza Italia. Vincenzo Cotugno abbandona Orgoglio Molise, la lista che nacque nel 2018 per volere del cognato Patriciello e si candida in Forza Italia.
Ma il caso clamoroso riguarda Salvatore Micone: nell’ultima settimana prima della presentazione delle liste lascia l’Udc ( che diventa il centro raccolta di tutto il fallimento dell’area centrista da Mastella a Renzi) per approdare a Fratelli d’Italia, a caccia del posto sicuro.
Se la deve vedere però con Aida Romagnuolo, transfuga della Lega, con Massimiliano Scarabeo transitato da Forza Italia, poi gruppo misto e poi Fratelli d’ Italia, con il sempreverde Michele Iorio che resta in Fratelli d’ Italia ma nel 2018 venne eletto in una sua lista personale a sostegno di Toma.
E tra i cambi di casacca registriamo anche Andrea Di Lucente che passa a Forza Italia dai Popolari per l’Italia e Armandino D’ Egidio che passa al partito della Meloni da quello di Berlusconi.
Come possiamo vedere tutti su una nuova nave, con magliette nuove ma con la stessa voglia di poltrone.
Nel centrosinistra gli uscenti restano fedeli ai partiti del 2018: Fanelli e Facciolla nel PD; Greco, Primiani, Nola e De Chirico nel Movimento Cinque Stelle.
Le alternative a questo sistema ci sono. Basterebbe scegliere nomi nuovi sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Tuttavia il centro di potere che si è creato intorno ai soliti noti è difficile da scardinare. Orgoglio Molise scompare e ora si chiama il Molise che vogliamo candidando Gianluca Cefaratti.
Ora il destino della Regione è nelle mani dei molisani. A loro tocca scegliere il nome nuovo, che non ha avuto responsabilità nel fallimento ventennale di questa regione. Soprattutto quella persona che propone alternative valide sui diritti alla cura. Che in un territorio di persone vecchie, dove nasce sempre meno gioventù, diventa l’esigenza primaria.