La legge sull’Autonomia Differenziata è uno zombie”


di Andrea Montesanto ( costruire democrazia)
Questa mattina, sfogliando i giornali nazionali, è emerso un quadro chiaro: la Corte Costituzionale ha respinto l’Autonomia Differenziata nei suoi punti fondamentali. Tuttavia, in Molise, come spesso accade, la notizia è stata interpretata diversamente da una parte della Politica. Leggendo alcune dichiarazioni locali, si percepisce un senso di soddisfazione per una sentenza che sembra essere stata fraintesa…probabilmente a causa di una comprensione superficiale della legge stessa.

La sentenza:Ieri, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che ha evidenziato l’incostituzionalità di ben 7 profili di legge su 12 dell’autonomia differenziata. Questo dato dimostra quanto il testo legislativo fosse carente e inadeguato rispetto ai “dettami costituzionali”. Ora sarà il Parlamento a dover intervenire per sanare questa nuova situazione di incertezza normativa. Il famoso costituzionalista Michele Ainis ha commentato in modo netto la recente sentenza della Corte Costituzionale sulla legge sull’Autonomia Differenziata, affermando che “La Consulta ha trasformato la legge sull’Autonomia in uno zombie” come da titolo.
Un’espressione forte, che sintetizza il giudizio negativo espresso dalla Corte su una normativa fortemente voluta da alcune parti politiche, ma che è stata bocciata nei suoi aspetti chiave dai giudici costituzionali.
Ecco alcune delle disposizioni più rilevanti dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale: 1. Livelli Essenziali di Prestazione (LEP):Uno dei punti centrali della legge riguardava i LEP, ossia i Livelli Essenziali di Prestazione e servizi, che devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.La Corte ha dichiarato incostituzionale la norma che prevedeva l’aggiornamento dei LEP tramite decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), a causa della mancanza di criteri direttivi chiari. La Consulta ha sottolineato che non è accettabile che aspetti cruciali relativi ai diritti civili e sociali siano determinati senza direttive prestabilite dalla legge.
2. Aliquote dei tributi erariali: È stata dichiarata incostituzionale la possibilità di modificare le aliquote di compartecipazione al gettito dei tributi erariali tramite decreto interministeriale. Questa disposizione avrebbe potuto alterare la distribuzione delle risorse tra Stato e Regioni, minando il principio di equità fiscale e violando il dettato costituzionale.
3. Concorso agli obiettivi di finanza pubblica: La Corte ha bocciato la facoltatività per le Regioni di contribuire agli obiettivi di finanza pubblica, in quanto avrebbe indebolito i vincoli di solidarietà e unità della Repubblica.La Corte Costituzionale ha chiarito inoltre che la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra Stato e Regioni non deve rispondere alle esigenze di potere dei diversi segmenti politici, ma deve avvenire in funzione del bene comune e della tutela dei diritti garantiti dalla Costituzione. Questo ribadisce l’importanza dell’unità nazionale e della solidarietà interregionale, principi cardine del nostro ordinamento. Cosa succede ora? Attualmente è stato pubblicato solo un comunicato ufficiale della Corte Costituzionale, e attendiamo il deposito della sentenza completa per conoscere tutti i dettagli e le motivazioni.È evidente, tuttavia, che la legge sull’Autonomia Differenziata, così come era stata concepita, è stata profondamente ridimensionata da questa pronuncia. Il Parlamento sarà ora chiamato a intervenire per riformulare la normativa, tenendo conto delle indicazioni della Corte. Inoltre, il referendum abrogativo totale, risulta ancora in essere, e probabilmente con queste modifiche potrebbe essere già superato. Continuerò a seguire la vicenda e vi aggiornerò sugli sviluppi futuri.