Caro benzina, sciopero dei gestori congelato: ecco cosa chiedono per revocarlo

Per il momento lo sciopero dei benzinai, previsto tra il 25 e il 26 gennaio é congelato. Vuol dire che i consumatori troveranno le pompe aperte e potranno rifornirsi di carburante quando lo vorranno.
Congelato non significa però revocato.
Per farlo, i gestori vogliono prima vedere il testo del decreto sulla trasparenza dei carburanti che dovrebbe obbligarli ad esporre anche il prezzo medio giornaliero, dovrebbe inasprire le sanzioni per chi non si adegua e fissare un tetto al prezzo in autostrada.
Il testo del decreto, approvato d’urgenza il 10 gennaio per contrastare l’aumento della benzina scattato col ritorno delle accise a inizio anno, secondo fonti del governo dovrebbe essere bollinato stasera e, dopo il passaggio al Quirinale, potrebbe essere pubblicato a partire da domani in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un testo che contiene le modifiche apportate dopo le polemiche sul mancato rinnovo degli sconti del governo Draghi, col Consiglio dei ministri che ha stabilito che se il prezzo del greggio dovesse aumentare l’Iva in più incassata andrà a finanziare le riduzioni del prezzo alla pompa, ritoccando una norma sulle accise mobili del 2007.
Il governo ha voluto quindi incontrare i rappresentanti dei benzinai per rassicurarli sull’intenzione tutt’altro che punitiva del dl varato che però, di fatto, aumenterà gli oneri per i gestori, chiamati ad un ulteriore sforzo di trasparenza sui prezzi. Oneri, anche burocratici, che comunque dovrebbero essere attenuati nell’ottica della disponibilità, espressa durante l’incontro dal governo, a recepire gli input del settore. Anche perché l’obiettivo è punire chi già oggi non rispetta le regole, come quei 4 mila benzinai che non comunicano al ministero i prezzi giornalieri praticati agli automobilisti, come ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Circa il 20% del totale, ha aggiunto il ministro, non comunica mai il prezzo di vendita al ministero, dunque il governo prevede di incrementare le sanzioni fino alla sospensione per chi non rende pubblici i listini.