Calcio nella bufera, tre giocatori accusati di due stupri e donne penalizzate perché incinte: ma il mainstream é concentrato sul caso Juventus
Bufera in queste ore nel mondo del calcio. Dalla Juventus che perde 15 punti in classifica nel campionato in corso a causa del processo sulle plusvalenze fittizie fino ai 3 calciatori arrestati tra Spagna e Italia per violenza sessuale. E nel frattempo una calciatrice deve lottare per essere pagata il giusto mentre porta a termine la sua gravidanza.
Tutti fatti che sottolineano la mancanza di valori di cui si è ricoperto il mondo del calcio. Un sistema dove la corruzione e anche una buona dose di maschilismo la fanno da padroni.
Veniamo al caso Juventus. La giustizia sportiva, che in primavera aveva assolto i bianconeri al termine di un frettoloso processo sulle “plusvalenze fittizie”, ha cambiato idea: la Juventus è colpevole e sconterà da subito 15 punti di penalizzazione in classifica. In pratica, passa dal 3° posto a 37 punti all’11° a quota 22 ex aequo con Bologna e Empoli. In molti hanno definito questa punizione esagerata. Quindici punti che spostano la Juventus a metà classifica ma soprattutto a 25 punti dalla vetta che è occupata dal Napoli con 47 punti. Il mainstream è i commenti Facebook e twitter sono molto concentrari su questa vicenda ma ce ne sono altre di cui non si occupa la giustizia sportiva che dovrebbero interessare anche di più.
Tra queste quella degli arresti domiciliari per due calciatori del Livorno di 22 e 23 anni accusati di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa americana a Milano.
Il 23enne è Mattia Lucarelli, figlio dell’ex attaccante del Livorno Cristiano Lucarelli. L’altro è Federico Apolloni, compagno di squadra.
Secondo quanto ricostruito dalla procura di Milano, che ha diretto gli agenti della quarta sezione della squadra mobile, la giovane americana, al termine di una serata trascorsa in discoteca con amiche nel marzo 2022 , aveva accettato un passaggio in auto da cinque giovani che, invece di raccompagnarla a casa, l’hanno condotta in un appartamento. In quell’abitazione in centro città, la ragazza sarebbe stata costretta dal gruppo a subire la violenza commessa, in particolare, dai due italiani destinatari del provvedimento di custodia cautelare eseguito con la collaborazione della squadra Mobile della questura di Livorno. A complicare il quadro indiziario dei due calciatori della squadra di calcio di serie D del Livorno – Mattia Lucarelli e Federico Apolloni – è stato il racconto di alcuni testimoni e l’analisi delle immagini trovate sui cellulari della vittima e dei presunti autori. Gli investigatori della Squadra mobile di Milano, diretti da Marco Calì, stavano indagando sulla violenza di gruppo nei confronti di una studentessa americana dallo scorso marzo, quando la giovane aveva denunciato di essere stata aggredita a Milano da diverse persone che si erano proposte di darle un passaggio a casa dopo una serata in discoteca.
Secondo il GIP i due giovani non avrebbero nemmeno compreso la gravità di quanto messo in atto. Un caso alla Ciro Grillo? Vedremo.
Brutte notizie anche dalla Spagna. Infatti é stato arrestato a Barcellona il calciatore brasiliano Dani Alves. Il giocatore, che oggi ha 39 anni e milita ora nel campionato messicano, è accusato di aver abusato di una donna in discoteca a Barcellona lo scorso 30 dicembre. Portato in commissariato dai Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, Alves è ora atteso in Tribunale, dove comparirà davanti al giudice. Due giorni dopo i fatti, la donna ha sporto denuncia sostenendo che il calciatore l’avrebbe toccata nelle parti intime contro la sua volontà durante la serata alla discoteca Sutton della capitale della Catalogna.
Nel calcio femminile, mentre gli uomini vivono di crimini e frodi alla giustizia sportiva, bisogna ancora lottare per ottenere una maternità degna di essere vissuta
É il caso di Sara GunnarSdottir calciatrice della Juventus. A Marzo 2021, Sara gioca nel Lione e comunica al club di essere incinta. I dirigenti le danno il via libera per tornare in Islanda, il suo paese di origine.
La brutta sopresa arriverà nei mesi seguenti: le verrà corrisposta solo una parte di stipendio.
Una cosa inconcepibile per la Fifa: le calciatrici hanno diritto all’intero stipendio per tutta la durata della gravidanza, fino al momento in cui c’è il congedo di maternità.
Dopo settimane di silenzio del Lione, il suo agente invia una diffida, chiedendo degli ultimi stipendi che Sara non aveva percepito.
La risposta è di quelle più maschiliste possibili: la gravidanza è equiparata alla malattia.
“La calciatrice è stata messa in congedo per malattia a partire da marzo 2021, poiché le sue condizioni di salute non le consentivano di esercitare alcuna attività lavorativa”.
A maggio 2022 arriva la decisione della Fifa che condanna il club francese al pagamento degli stipendi per intero (82mila euro) più gli interessi.
Il caso si è chiuso definitivamente solo ora, con il Lione che rinuncia alla presentazione del ricorso.
Le sue prime parole alla notizia: “Alla Juventus sono felice, però voglio essere certa che nessuno si trovi più nella mia situazione”.
Intanto un caso simile anche in Italia. Alice Pignaroli, che giocava nel ruolo di portiera della Lucchese, é stata messa fuori rosa e senza stipendio perché incinta.
A parte gli scherzi. Più che mettere fuori rosa le calciatrici che aspettano figli andrebbero cacciati dalle squadre di appartenenza gli uomini accusati di stupro. E alle squadre che non lo fanno ufficialmente nonostante gli arresti, andrebbero applicati molti punti di penalizzazione. Sicuramente di più di quelli che ha la Juventus ora. Perché il calcio, ma lo sport in genere, dovrebbe insegnare a vivere e non a stuprare.