Tensione tra Azione e Italia Viva: a rischio il progetto del partito unico

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Il terzo polo, soggetto politico nato dall’ alleanza tra Azione e Italia Viva si incontra stasera alle 18 per decidere se e quando sciogliere i due partiti originari per dare il via al partito unico.

Tuttavia ci sono dei problemi che potrebbero mettere tutto in discussione. Ad accendere le ostilità sono stati i malumori provenienti nelle ultime ore da Azione dove pochi hanno apprezzato i molteplici impegni extra politici di Renzi, non ultimo la direzione de ‘Il Riformista’. L’ex premier è accusato dagli alleati di “tatticismi” anche per il mancato finanziamento al nuovo soggetto e alle campagne elettorali.

Pronta la replica dal fronte renziano, che respinge le accuse di tatticismo e rilancia: “Ora il congresso”, scrivono le portavoce nazionali di Italia Viva Alessia Cappello e Ciro Buonajuto. Per quell’appuntamento, ricordano dal quartier generale di Renzi, “ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi”.

Proprio il congresso, secondo i renziani, è l’elemento che ha aperto il vaso di Pandora. Calenda, sostengono, “non vuole uno sfidante alla segreteria”, candidatura che i rumors attribuiscono a Luigi Marattin. E ai renziani che lo attaccano, il leader di Azione risponde stizzito: “Polemiche da cortile, ora avanti con chi ci sta con il partito dei liberal-democratici”. Italia Viva però fa muro e respinge le accuse al mittente. “Polemiche che dispiacciono, ma andiamo avanti”, dice Maria Elena Boschi. “Si deve mettere ai voti anche il fatto che Renzi possa o non possa fare il direttore de il Riformista?”, chiede Marattin. Mentre Francesco Bonifazi rivendica il contributo economico di Italia Viva al sostegno del Terzo Polo: 1 milione e 200mila euro, gli stessi soldi versati da Azione.

Non c’è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo Polo”.

Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi nel suo intervento alla riunione in corso con consiglieri e parlamentari del partito al Senato.

“Qualcuno dice che la rottura che viene paventata da Azione nasce per esigenze di soldi, qualcuno dice per esigenze legate al Riformista, qualcuno dice che è legata allo scioglimento del partito di origine: si tratta di alibi e finte motivazioni”, ha proseguito. “A tutti voi dico – ha aggiunto – è folle mandare a monte adesso. Noi non manderemo a monte adesso il progetto di fare il partito unico”.

Il leader di Azione Carlo Calenda ha riunito i suoi per un confronto da remoto. Una riunione in cui si è parlato degli sviluppi della giornata politica. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, la posizione prevalente emersa è che non si può arrivare al partito unico del Terzo Polo senza prima sciogliere Italia Viva e Azione. Carlo Calenda, dunque, continuerà a chiedere a Matteo Renzi di sciogliere il partito di cui è presidente per realizzare il progetto politico comune.

“L’unico problema dirimente oggi per la costruzione del partito unico dei liberal-democratici è che Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali”. E’ quanto racconta un alto dirigente di Azione conversando con l’ANSA, commentando i retroscena apparsi sui giornali in questi giorni e definendo “inaccettabili i tatticismi durati mesi dell’ex premier”. “La pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – conclude la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”. “Matteo Renzi – sottolinea la stessa fonte – ha sostituito a sorpresa Rosato alla guida del partito, per controllarne direttamente i soldi e la struttura. In questo modo ha delegittimato anche il comitato politico della federazione del Terzo Polo dove oggi non siede nessun rappresentante di IV in grado di prendere impegni. Calenda ritiene inaccettabile questo atteggiamento in quanto contrario agli impegni presi con gli elettori. Dopo mesi di tatticismi da parte di Renzi sul partito unico e le sue assenze dalle attività del Terzo Polo per occuparsi di affari privati, a cui da ultimo si è aggiunto Il Riformista, la pazienza del gruppo dirigente di Azione si è esaurita. In settimana – conclude la fonte – si capirà se questo nodo si potrà sciogliere. Se così non sarà il partito unico non potrà nascere”.

Una situazione di tensione che potrebbe avere le sue ripercussioni anche in Molise in vista delle regionali. Dalle politiche in poi l’ alleanza è stata retta da Donato D’ Ambrosio di Italia Viva e Luigi Valente di Azione. I due hanno anche messo in secondo piano l’ ex parlamentare Giusy Occhionero che risulta anch’ ella coordinatrice regionale del partito di Renzi. Considerando che attualmente l’unico ad avere un ruolo politico attivo è proprio Luigi Valente ( sindaco di Vinchiaturo) potrebbe spettare a lui il ruolo di coordinatore del partito unico se verrà realizzato. Ma in tutto questo ci sono di mezzo comunali e regionali e tutto farebbe pensare che guiderà il partito colui che verrà eletto alla Regione.