Surroga, Iacovino: il Presidente del Consiglio convochi tutti gli esclusi

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di Vincenzo Iacovino

Per la Cassazione i consiglieri regionali epurati vanno reintegrati!

Una vera e propria resa dei conti. Lo abbiamo scritto in ogni dove.Lo abbiamo gridato a tutti persino ai giudici! Lo abbiamo scolpito in tutti i muri persino nelle aule dei tribunali.

Gli unici che non hanno voluto sentire, sono stati i giudici di questa regione che, trascurando la Costituzione, hanno scritto sentenze ratificando, in nome del popolo italiano , ignaro, una vera e propria ritorsione formalizzata in una legge regionale non applicabile!

Una legge ad personam, approvata e applicata da dilettanti allo sbaraglio, incidendo negativamente sul decorso politico e democratico del Molise e dei molisani.

Oggi che la Suprema Corte di Cassazione finalmente ha deciso evidenziando l’illegittimità di una norma con effetto retroattivo, in violazione del principio della ragionevolezza e dell’afidamento, mi auguro che si apra la stagione delle responsabilità di chi ha amministrato questa regione, di chi ha applicato la legge e di chi ha giudicato con leggerezza e superficialita in nome del popolo italiano!

Ma vediamo come hanno deciso i giudici supremi

La vicenda sottoposta ai giudici ha riguardato la possibile efficacia dei mutamenti normativi in materia elettorale con riguardo alle legislature già in corso ed, in particolare, sull’efficacia del disposto dell’art. 11 della l. reg. Molise del n. 1 del 2020, con riguardo alle elezioni regionali svoltesi in Molise nel mese di aprile 2018.

Una legge voluta e votata per mandare via 4 consiglieri di maggioranza che si stavano contrapponendo alla linea politica del peggiore Presidente della Regione.

Da una interpretazione costituzionalmente orientata, abbiamo tutti sostenuto, in giudizio, che tale disposizione avrebbe potuto trovare applicazione solo nelle future tornate elettorali non potendo trovare immediata applicazione.

É stato sottolineato ai giudici molisani che la Corte Costituzionale limita il potere del legislatore ordinario di disciplinare in modo nuovo situazioni antecedenti, fissando principî generali: ragionevolezza, eguaglianza, legittimo affidamento, rispetto delle attribuzioni costituzionali del potere giudiziario e che pertanto, il principio di irretroattività delle leggi si fonda sulla garanzia della certezza del diritto connaturata allo stato di diritto.

La Suprema Corte, adita dai colleghi, ha evidenziato che nella cornice di tali criteri generali, bisogna valutare quale sia la portata della innovazione introdotta dall’art. 11 l. regionale n. 1 del 2020 ricordando ai giudici del merito del tribunale e della Corte di Appello come sia dovere del giudice, ove possibile, sperimentare se la disposizione sia suscettibile di interpretazione coerente con la costituzione, alla luce del suo dato testuale e degli altri metodi interpretativi previsti dall’ordinamento (art. 12 prel.).essendo la ricerca, ad opera del giudicante, di un’interpretazione costituzionalmente orientata, doverosa e prioritaria rispetto a qualsiasi altra possibile.

Nel caso di specie, la Cassazione ha ritenuto che l’interpretazione della norma, operata dai giudici molisani, sarebbe tale da renderla intrinsecamente irragionevole ed irrazionale in quanto una eventuale eliminazione ad effetti immediati – ad personam e come risultato prevedibile ex ante, dunque preordinato sulle singole posizioni soggettive – della causa pregressa di incompatibilità, esistente al momento delle elezioni, si porrebbe in contrasto con i principî di ragionevolezza ed affidamento nella certezza del diritto, enucleati dalla consulta con riferimento agli interventi legislativi di portata retroattiva.

Praticamente una resa dei conti!

I giudici supremi della cassazione, dopo aver ricordando che la ratio di una corretta interpretazione della norma sta nel perseguire la tutela oggettiva del buon andamento e della legalità nella pubblica amministrazione, hanno evidenziato che i giudici molisani dovevano privilegiare un’interpretazione conforme ai canoni degli artt. 51, comma 1, cost., per cui tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, e 97 cost., scongiurando l’impatto sulla situazione della legislatura in atto.

Fatta questa premessa la Suprema Corte ha ricordato il monito della Corte Costituzionale secondo cui tutte le regole in tema di elezioni, ivi comprese le cause di incompatibilità, devono essere stabilite prima della costituzione dell’assemblea elettiva ed applicate successivamente con il medesimo contenuto precettivo sino al suo rinnovo. in caso contrario, il rischio è che, con il “senno del poi”, un’assemblea legislativa provveda, a candidati eletti e cariche ricoperte nominatim, a modificare le “regole del gioco” che disciplinano la condizione dei componenti eletti, la loro ammissione, esclusione o sospensione dall’assemblea medesima, con il rischio non tollerabile in uno stato di diritto di alterare ex post, secundum eventum, la composizione della stessa.

Ed è proprio quello che è successo nel Consiglio Regionale molisano con riguardo alla collocazione temporale dei fatti, posto che in data 1° maggio 2020, in forza della citata legge regionale n. 1 del 2020, si rendeva compatibile la doppia carica, ed appena il 3 maggio 2020 si provvide alla nomina degli assessori regionali, allorché era già in vigore la nuova disciplina sulle incompatibilità, che aveva affermato il diritto del resistente a rivestire sia la carica di assessore che quella di consigliere regionale, ed escluso di conseguenza la possibilità di nomina del ricorrente in sostituzione.

Ora che la Corte di Cassazione ha cancellato le sentenze dei giudici molisani, il presidente del consiglio regionale, prenda atto che la legge n. 1 del 2020 e applicabile solo dalla prossima legislatura, convochi i consiglieri epurati li reintegri nei rispettivi ruoli elettivi e li risarcisca.

A mandare gli atti alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti, alla Procura di Bari, al Consiglio Superiore della magistratura ci penseremo noi!

Molise libero parte civile!