Superbonus, Fontana: i beneficiari hanno dovuto sanare eventuali abusi edilizi

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di Valerio Fontana

Sul Superbonus110 nessuno ha detto una cosa fondamentale, perché in pochi la conoscono. Forse solo gli addetti ai lavori e coloro che hanno toccato con mano l’argomento: il Superbonus si è rivelata la più grande campagna di sanatoria di abusi edilizi della storia d’Italia, dal condono in poi.

Molti beneficiari del Superbonus, prima di aprire il cantiere, hanno dovuto infatti sanare gli immobili oggetto dei rispettivi interventi.

E badate bene: le sanatorie rappresentano un guadagno economico per lo Stato, per le pubbliche amministrazioni, i Comuni, le Regioni e soprattutto per l’Erario. Parliamo di un vero ritorno dell’investimento in termini economici e di legalità.

Prendiamo ad esempio l’abuso più diffuso, quello delle verande. Sanare una veranda significa dichiarare un aumento volumetrico dell’immobile, quindi aumentarne la rendita catastale. Ciò si traduce in un aumento dell’Imu, tassa che il cittadino non paga una sola volta, ma per tutta la vita. Si traduce quindi in un’entrata a tempo indeterminato e perenne per lo Stato.

Per non parlare poi di chi per accedere alla misura ha scoperto di avere un condono aperto dalla metà degli anni ‘80, e mai chiuso. Gli uffici tecnici comunali, di conseguenza, si sono ritrovati sommersi di istanze, cosa che da una parte ha notevolmente allungato i tempi per le procedure di sanatoria, ma che dall’altra ha generato un beneficio praticamente a costo zero per lo Stato.

Molti cittadini, in nome del 110%, hanno quindi sanato i propri immobili con una pratica chiusa troppo tardi per aprire il cantiere per un bonus che di fatto non esiste più. Quindi in un certo senso “hanno dato, senza ricevere”.

Insomma, quando la Meloni dice che questa misura costa 2 mila euro per abitante, mente o non sa di cosa sta parlando. Oppure, è più probabile, lo fa dietro suggerimento di un Ministro dell’Economia che sul Superbonus continua a delirare dal principio. Al contrario di Giuseppe Conte, che ha ancor più ragione di quanto crede di avere, perché dall’investimento dello Stato vanno sottratte anche le entrate… e questa nessuno la mette in conto.