Stellantis, martedì a Roma si discute del futuro della Gigafactory di Termoli: Fiom Cgil preoccupata per il futuro dei lavoratori

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Il sindacato nazionale si incontrerà con tutti i delegati alle 9.30 nella sede del Mimit. Intanto Tavares é stato convocato a Roma nella sede del ministero delle imprese proprio dal titolare del dicastero Adolfo Urso. La piena occupazione dei lavoratori e le tappe della riconversione al centro del confronto tra le parti del 14 febbraio.

Fiom Cgil fotocredit Termolionline

di Viviana Pizzi

C’è anche il futuro occupazionale dei lavoratori dello stabilimento ex Fiat di Termoli e ora denominato Stellantis tra le preoccupazioni della Fiom Cgil, che teme per l’occupazione dei molti lavoratori che gravitano attorno alle aziende gestite dal gruppo industriale gestito da Carlos Tavares.

Il progetto del quale i sindacati dovranno discutere direttamente con l’ amministratore delegato é quello della Gigafactory.

L’incontro tra Governo, amministratore delegato e sindacati è previsto per domani 14 febbraio.

Lo ha convocato il ministero delle Imprese del Made in Italy, presieduto da Adolfo Urso, invitando il gruppo Stellantis presso la propria sede per discutere dei futuri piani del colosso italo-francese-americano. Tra i temi in agenda, le parti si confronteranno sulle prospettive di Termoli, con la richiesta del dicastero di delucidazioni sulla Gigafactory annunciata dagli stessi portavoce aziendali. 

Per ora si conoscono poche tappe della riconversione. Secondo notizie giunte nei mesi scorsi dovrebbe cessare l’attuale produzione di cambi e motori nel 2024, cominciando a sfornare accumulatori due anni più tardi ed entrerà a pieno regime nel 2030. In mezzo, tutta una serie di tappe ancora poco chiare

La preoccupazione dei sindacati risiede nel fatto che il numero di lavoratori che occorreranno per la realizzazione di batterie elettriche per auto ( che è quello che dovrebbe accadere a Termoli) sarà di molto inferiore a quello di oggi utilizzato per la produzione dei cambi che si fa ora a Rivolta del Re.

Questa incertezza fa salire la preoccupazione e diminuire le garanzie a sostegno dei Lavoratori e delle Lavoratrici delle aziende che operano nell’indotto automobilistico della ex-Fiat, non solo quella di Termoli che potrebbe essere tra quelle a rischiare di più dal punto di vista occupazionale.

Per questo motivo la Fiom-Cgil Nazionale ha convocato l’assemblea pubblica presso la sede del MIMIT in data 14 febbraio 2023 ore 9:30 prevedendo la partecipazioni di tutti i delegati d’Italia.

“Le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis – si legge in una nota- insieme alle aziende della componentistica del settore auto, chiedono garanzie sul loro futuro, c’è molta preoccupazione e forte disagio per quello che negli ultimi due anni sta avvenendo negli stabilimenti. In Stellantis i lavoratori sono scesi ulteriormente a 46 mila, attraverso le uscite incentivate, e quelli che rimangono, sempre più avanti con l’età, vedono peggiorare giorno dopo giorno le proprie condizioni. A Mirafiori, Termoli, Cassino, Pomigliano, Pratola Serra e Melfi si fa ampio utilizzo di ammortizzatori sociali con perdita di salario e in alcuni casi una distribuzione non equa delle giornate lavorative. La maggior parte degli stabilimenti non hanno ancora missioni produttive e nuovi modelli e in quelli dove sono stati annunciati investimenti (Termoli, Mirafiori, Melfi) è ancora tutto fermo”.

“Il tempo però non è solo solo quello occupazionale, ma anche economico e di difesa del potere d’acquisto dei lavoratori, sottolinea Fiom. L’azienda sarebbe ‘colpevole’ di aver “scelto di mettere in un vicolo cieco, ancora una volta, il tavolo negoziale del percorso contrattuale e di non riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori un’erogazione economica straordinaria a sostegno del potere di acquisto dei salari. Una scelta sbagliata che continua nel solco della divisione e di non riconoscimento dell’impegno dei lavoratori nel contesto di forte incertezza e trasformazione che si dovrà affrontare. Situazione critica anche nelle aziende dell’indotto dove non stanno arrivando nuove commesse e dove la politica di taglio dei costi imposta da Stellantis rischia di ricadere sul salario dei lavoratori e sulla tenuta occupazionale”.

“Anche qui – conclude il comunicato Fiom – sono molte le aziende che stanno facendo ricorso agli ammortizzatori sociali anche in deroga e che a breve ne esauriranno la capienza è ciò che potrà avvenire alle Lear di Torino e ad alcuni stabilimenti della Marelli. In generale, nel 2022 per i lavoratori di tutto il settore automotive sono state 65 milioni le ore di cassa integrazione. È necessario che Stellantis produca più modelli nel nostro Paese, che utilizzi tutta la capacità produttiva installata e garantisca investimenti per la transizione industriale e per il rilancio dell’occupazione. Occorre un grande piano per la produzione di mobilità senza il quale rischiamo di perdere un settore fondamentale per l’economia“