Sanità, le dimissioni di Toma tra commenti della politica che criticano il suo operato

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Confermate questa mattina le dimissioni di Donato Toma da commissario ad acta alla Sanità. Il cambio di passo non è arrivato quindi da oggi il Governo dovrà occuparsi della ricerca di un nuovo commissario.

Domani la Giunta regionale dovrebbe deliberare anche una richiesta al Governo: quella di uscire definitivamente dal commissariamento.

Intanto le parti politiche hanno commentato le ultime decisioni di Toma. Inizia con una nota della segretaria regionale della Uil Tecla Boccardo

“Finalmente una soluzione per la radioterapia, una battaglia che la Uil Molise ha portato avanti con determinazione in difesa dei più fragili, dei lavoratori e delle eccellenze della sanità molisana.

Ora non si creino altri ingorghi burocratici, si proceda a liquidare al più presto quanto dovuto al Gemelli e a tutte le strutture del sistema accreditato che in questi mesi non hanno ricevuto le dovute spettanze.

Molti lavoratori e tanti malati sono stati messi a dura prova da un inutile braccio di ferro, stipendi ritardati e pazienti rimandati a casa o costretti a pagare per ricevere le prestazioni sanitarie. Ora che il documento redatto con il Gemelli prevede il pagamento 95% del budget 2022, antecedente all’entrata in vigore del DCA n.35 del 27/10/2022 per somme mai contestate, si ridia serenità e giustizia al tutto il settore affinché si riaprano le porte degli ospedali e si riattivino presto le attività sospese.

La malattia si sa non aspetta e i malati hanno il diritto di essere curati in regione” conclude Boccardo.
Sui fatti in oggetto è intervenuto anche l’ ex presidente Michele Iorio.

“Trovo insensato il vittimismo con cui il commissario ad acta alla sanità giustifica le sue dimissioni dal ruolo. Un vittimismo che oltretutto è in malafede perché la verità è una: la struttura commissariale dell’ultimo anno ha inanellato una serie di errori. Da ultimo, tanto per prendere da esempio la radioterapia, è stata completamente sbagliata l’impostazione del budget e il calcolo della spesa. Vista la situazione, bene avrebbe fatto il commissario ad acta a dimettersi ammettendo e chiedendo scusa ai molisani per i suoi errori piuttosto che trovare motivazioni bugiarde che mal celano questa inadeguatezza a gestire il settore. Il governo infatti, con il nuovo sub commissario, si è limitato a riportare le situazioni nell’alveo della normalità.
A dirla tutta, il commissario farebbe bene a dimettersi anche dal ruolo di presidente di Regione e ad anticipare le elezioni accorpandole con le amministrative di maggio così da risparmiare la spesa dividendola con lo Stato piuttosto che far andare il Molise alle urne in perfetta solitudine a giugno, evitando così anche una lunga agonia”.
Duro l’ attacco del Movimento Cinque Stelle.

” Donato Toma si è dimesso da commissario ad acta della sanità. Lui stesso, uomo di centrodestra, fa capire che il motivo sia politico. Non ci sorprende, perché è ciò che sosteniamo da sempre.
Proprio per questioni politiche Toma è rimasto immobile per anni pur di ottenere la carica di commissario, impedendo un reale rinnovamento del sistema sanitario.
Per puro calcolo politico si è svegliato dal torpore e ha provato a mettere mano al rapporto con i privati convenzionati. E ora, per pura logica politica, il sistema che lo ha creato, lo fagocita.
Toma non è un martire, anzi. È stato lui ad aver nominato al vertice Asrem quel Florenzano che si è dimostrato incapace di raggiungere gli obiettivi che gli erano stati assegnati. Ed è stato sempre lui ad aver anteposto l’interesse personale di divenire commissario ad acta mentre la sanità affonda nelle sue carenze.
Ma oggi le sue dimissioni non possono essere considerate una buona notizia, perché la sua decisione dimostra ancora una volta che il centrodestra, tanto a Roma quanto in Molise, utilizza la sanità come terreno di scontro politico.
Il centrodestra è succube di guerre interne perpetue. E ciò accade mentre i pronto soccorso sono intasati, la rete dell’emergenza è inadeguata, le liste d’attesa sono sempre più lunghe, la medicina territoriale è trascurata, la carenza dei medici è cronica, e la speranza di cure adeguate è sempre più flebile.
Ma davanti a questa realtà e contro queste logiche il Molise saprà presto rialzare la testa”.