Regionali, il Terzo Polo conteso da tutti ma i numeri mancano senza transfughi del centrodestra

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Sarà domani il prossimo appuntamento con il tavolo del centrosinistra. Qualcuno da per certa l’uscita di alcuni nomi fatti da PD e Cinque Stelle per la votazione dell’intera coalizione.

Intanto il centrodestra, la cui candidatura di Roberti sembrerebbe cosa fatta, apre anche al terzo polo di Renzi e Calenda. Terzo polo preso per la giacchetta anche dal centrosinistra e fonte di tensioni tra PD e 5 stelle da quando sono iniziate le trattative per la costruzione della coalizione per le regionali del 25 e 26 giugno.

Ma a chi conviene entrare in coalizione. Prima di tutto al terzo polo stesso. Alle ultime politiche ha raggranellato il 4,8% delle preferenze. Non abbastanza, secondo la legge elettorale per le regionali molisane, per ottenere un consigliere da soli ma nemmeno in coalizione.

Una mezza debacle che probabilmente è arrivata anche grazie alla candidatura della ex onorevole Giuseppina Occhionero. Coinvolta in uno scandalo giudiziario per cui proprio nei giorni scorsi è stata chiesta una condanna a un anno e sei mesi di reclusione, nel troncone di una indagine in cui è accusata di falso. Sostenendo che fosse un suo dipendente aveva fatto entrare al Pagliarelli di Palermo il condannato in appello Antonello Nicosia per mafia.

Cambiando nomi e introducendo nelle liste transfughi del centrodestra si potrebbe raggiungere l’ obiettivo del 5% necessario in coalizione. Ma non l’ 8% per andare da soli.

Non sarebbe possibile inserire questi transfughi andando col centrosinistra, ma gli stessi sarebbero ben accettati in un centrodestra a guida Roberti.

Ma quanto vale effettivamente il partito sullo scacchiere nazionale? Stando ai risultati di Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia i renziani sarebbero in caduta libera.

Buon risultato a Milano ma solo grazie all’effetto trainante di Letizia Moratti

Nel Lazio i risultati in coalizione con il centrosinistra lasciano davvero a desiderare

In entrambe le regioni niente 5%. Ma se andiamo a vedere i risultati del Friuli Venezia Giulia, dove sarebbe bastato il 4% per entrare in consiglio regionale, i numeri certificano il completo disastro per il terzo polo.

L’unica strada possibile per il Terzo Polo in Molise resta quella isernina, entrare nel centrodestra e tentare il 5%. Ma con nomi nuovi che possano davvero coinvolgere le persone a credere in un progetto che nasce dalle ceneri del centrosinistra ma di cui non si può non ricordare ad esempio che tra i fondatori c’ è proprio quel Matteo Renzi autore della legge che ha abolito l’ articolo 18 e ha proposto il precariato lavorativo come modello di vita capitalista.