Regionali 2023, la sfida dei “Roberti” sarà all’ ultimo voto: ma gli ospedali continuano a languire

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Il dado è tratto: la sfida per le elezioni regionali del 25 e 26 giugno è tra il Sindaco di Termoli Francesco Roberti per il centrodestra e quello di Campobasso Roberto Gravina.

Primi cittadini entrambi e il nome Roberto tra cognomi e nomi in comune. E non solo. I due sfidanti per la poltrona di via Genova hanno condiviso ben altro e cose più significative dal punto di vista politico: la battaglia a Roma per il superamento del commissariamento della sanità, processo avviato durante il secondo Governo Iorio nel 2007.

I due sindaci, ora candidati alla carica di Presidente della Regione, si sono posti entrambi come rottura con il sistema attuale che Donato Toma, ormai destinato a diventare il Governatore uscente, si è trovato a dover ereditare dalla malagestione di Iorio prima e dai tagli indiscriminati di Frattura poi.

Ma ad oggi gli ospedali di Campobasso e Termoli non godono affatto di ottima salute. E da sindaci i due candidati presidenti non hanno mai capeggiato movimenti popolari per chiedere nel caso di Termoli, medici che superassero la cronica carenza di organico che affligge il San Timoteo e in quello di Campobasso la realizzazione ad esempio del centro Covid in piena pandemia.

Sono stati organizzati consigli comunali monotematici in entrambe le città, ma con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Una Asrem commissariata, concorsi non appetibili per medici e infermieri che continuano a non voler rispondere a nessun bando, Molise unica regione a non aver portato a termine il centro Covid-19. Ma non solo: a Termoli non sarà possibile più nemmeno nascere perché secondo il Dm 70 detto Balduzzi non ci sono i requisiti dei 500 parti all’anno.

E la colpa di tutto questo non può essere imputata esclusivamente a Donato Toma, che per tre dei suoi cinque anni di Governo non è stato nemmeno lui il commissario ad acta.

E intanto la protesta assente dei 4 anni di governo delle città di Campobasso e Termoli era divenuta un silenzio assordante. Rotto soltanto ora a un mese dalle elezioni regionali, alle quali aspiravano entrambi i primi cittadini.

E alla quale Emilio Izzo, forte di tante battaglie, non ha voluto prendere parte perché aveva sempre pensato che si trattasse di una cosa a scopo elettorale.

La sfida dovrebbe essere all’ ultimo voto. Dipende dalle liste in campo e dalla qualità di esse.

Con Gravina non ci sarà Molise Domani, che non dovrebbe partecipare proprio alle elezioni. Ci dovrebbe invece essere Massimo Romano con Costruire Democrazia forte di una lista che si sta chiudendo su nomi importanti oltre a quelli della conferenza stampa del 25 aprile. Ci saranno Pd, Cinque Stelle, Volt e i cespugli del centrosinistra.

Con Roberti saranno presenti Lega, Fratelli d’ Italia, Forza Italia, Udc, Popolari per l’ Italia e altre liste civiche. Già da ieri sono iniziate le interlocuzioni con Italia Viva e Azione.

Le decisioni finali nei prossimi giorni. Da verificare possibilità di nascita di liste alternative a quelle dei due poli.