Pos 2019- 2021, Gravina e Romano: il giudizio del Tar condizionerà la programmazione futura

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Il Tar ha chiesto al Commissario ad acta alla sanità molisana, che ad oggi risponde a Donato Toma, quali sono le motivazioni per cui nel Pos 2019- 2021 é stato smantellato il reparto di neurochirurgia del Cardarelli di Campobasso, per destinare tutti i posti al Neuromed di Pozzilli. In pratica se i malati tempo dipendenti possono essere curati senza rischiare la vita.

Il Neuromed, clinica privata convenzionata, che non ha nemmeno il pronto soccorso. E perché sull’ ictus emorragico sono state stipulate convenzioni con gli ospedali Riuniti di Foggia e Rummo di Benevento senza che ci fossero accordi di confine con le Regioni Campania e Puglia.

Era questo il senso del ricorso accolto e presentato dal Comune di Campobasso e dal Comitato Pro Cardarelli. Il sindaco e la Giunta Comunale, insieme al presidente dell’ associazione Mino Dentizzi sono stati assistiti dai legali Massimo Romano, Giuseppe Ruta e Margherita Zezza.

” Siamo stati tra i pochi comuni- ha dichiarato il sindaco Gravina – che hanno inteso mettersi in prima linea. Il pos è un atto programmatorio. E non si può programmare senza tenere conto dei bisogni della popolazione. Ci siamo concentrati soprattutto nel ricorso sull’ ictus emorragico. Si chiede di fornire entro 90 giorni per capire come mai per esempio i posti di neurochirurgia siano andati tutti al Neuromed che però non offre il pronto soccorso. Il Tar chiede di sapere quali sono i livelli organizzativi e quale è la rete di emergenza urgenza per il pronto soccorso.

Si è voluto approfondire quello che nel ricorso è stato evidenziato. È un canovaccio per il futuro perché vedremo cosa riusciranno a produrre entro 90 giorni”.

“Oggi in Molise il trattamento dei pazienti tempo dipendenti è garantito o no? – ha aggiunto Romano- Noi purtroppo la risposta la abbiamo già. Abbiamo una organizzazione sanitaria che ha rinviato la cura di un cittadino con ictus emorragico a Benevento e Foggia senza che ci siano accordi di confine con le due regioni.

I malati tempo dipendenti rischiano di arrivare in ospedale già morti. Rispetto a questa inerzia l’ iniziativa marca un punto di non ritorno che vincolera soprattutto la programmazione futura. Si tratta della salute dei cittadini” .


“Come comitato Pro Cardarelli- ha sottolineato il presidente Mino Dentizzi- esprimiamo la nostra soddisfazione per la pronuncia. Andiamo oltre ma la soluzione non si ha sulla sentenza. Ci vorrà una seria programmazione soprattutto sull’ emergenza urgenza” .

L’ avvocato Pino Ruta aggiunge che “la situazione sulla neurochirurgia è grave come quella delle malattie tempo dipendenti. Il rischio è che ci si ricordi di questa situazione solo quando accadono le tragedie, soprattutto quelle che riguardano i nostri amici e parenti e poi ci si dimentichi durante gli altri giorni dell’ anno”.