Muore Nicola Magrone, fu il Pm che fece condannare i costruttori della Jovine crollata a San Giuliano

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“La scuola di San Giuliano di Puglia poteva cadere anche qualche mese dopo con una semplice nevicata a causa della sopraelevazione in cemento armato su una struttura in ciottoli e in pietra”.

“In Molise non esiste la mafia che spara ma quella che colpisce con i pezzettini di carta del sistema”.

Sono queste le due frasi pronunciate dall’ex procuratore di Larino Nicola Magrone, morto ieri nella sua casa di Bari dove si era ritirato.

La sua inchiesta principale in Molise fu quella del crollo della Jovine. Che sebbene portò all’ assoluzione degli imputati in primo grado da un giudice monocratico, venne poi ripresa in Corte d’Appello e in Cassazione arrivando alla condanna di tutti gli imputati.

Entrato in magistratura nel 1971, è stato deputato per una legislatura (1994-1996) e sindaco di Modugno prima da 2013 al 2014, e nuovamente dal 2015 al 2020.
    Pretore del lavoro a Monza, è stato tra i magistrati che vennero definiti “pretori d’assalto” occupandosi anche di reati ambientali. È stato sostituto procuratore a Bari dove si è occupato di criminalità organizzata, poi presidente della Corte d’assise di Potenza e dal 2003 al 2010 è stato a capo della Procura di Larino in Molise dove si è occupato, tra l’altro, delle indagini sulla morte di 27 bambini e di una maestra nel crollo della scuola di San Giuliano di Puglia per il terremoto del 2002. Successivamente ha ricoperto l’incarico di procuratore generale aggiunto onorario presso la Corte di Cassazione.
    Nel 1994 è stato eletto deputato per i movimenti Italia Giusta secondo la Costituzione e Alleanza Democratica tra le file dei Progressisti.
    Dopo un primo mandato da sindaco nel 2012 durato poco più di un anno, è stato rieletto nel 2015 e ha portato a termine il mandato fino al 2020.