Movimento Cinque Stelle, Patrizia Manzo fa il bilancio delle sue attività

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Di Patrizia Manzo

L’immobilismo che ha caratterizzato questa legislatura è evidente. Come è evidente il tardivo attivismo pre-elettorale che caratterizza – ma non da oggi – alcuni esponenti del centrodestra che, come la migliore tradizione insegna visto che è un modus operandi praticato solitamente a cavallo del voto, si prodigano nel concedere bandi e fondi rimasti nel cassetto per anni. Una modalità che ha tenuto fermo lo sviluppo, le possibilità per interi comparti produttivi, che ha frenato gli investimenti.


Ed è proprio questo immobilismo – reso evidente dall’assenza in cinque anni di una produzione legislativa direttamente riconducibile alla Giunta regionale e anche alla maggioranza di governo che si è limitata al minimo sindacale con punte di retorica inarrivabili – che ha bisogno di una scossa e anche urgente.
Il momento è ora, è adesso.
I dati sullo spopolamento sono un indicatore da non sottovalutare per l’esistenza stessa del Molise, non intesa esclusivamente come organismi istituzionali e di rappresentanza ma come reale possibilità di futuro per chi oggi è costretto a scegliere altre strade per realizzarsi professionalmente, per cercare una esistenza dignitosa, un lavoro.
Se mancano i servizi, se la sanità è un diritto a singhiozzo, se prendere un treno diventa un’avventura non sempre a lieto fine, se le visioni di sviluppo non esistono se non con provvedimenti spot che non hanno organicità né programmazione, lo spopolamento è gioco forza il risultato di tutto quello che non si è fatto e di quello che nessuno ha mai considerato come prioritario.
Questo immobilismo ha bisogno di una scossa, di una squadra capace e orientata verso politiche coraggiose e di prospettiva, di una visione moderna ma rispettosa delle vocazioni del territorio.
E il nostro candidato presidente, individuato dal fronte progressista come la figura in grado di fare sintesi politica, incarna quei valori che – per chi si riconosce in questa coalizione e in questi obiettivi – sono in grado di dare quella scossa.
Valori, esperienza l’indispensabile competenza, capacità di ascolto e quella, parimenti importante, di dare risposte alla comunità.
Ci uniscono, oltre all’appartenenza al Movimento 5 Stelle di cui Roberto è espressione, le idee, una visione di Molise proiettata alla transizione ecologica, allo sviluppo rispettoso del territorio ma fortemente ancorata alla sua unicità nel rispetto delle sue vocazioni e sensibile alle istanze delle nostre imprese, alla tutela dei beni comuni, alle politiche sociali e sociosanitarie da mettere immediatamente in campo, alle azioni da individuare immediatamente per offrire opportunità di lavoro e di vita. Un Molise capace di battersi per i diritti sociali e civili, che non dimentica l’altro. Che non lo lascia indietro perché se ne prende cura.
Ho sempre creduto in una strada comune, da costruire grazie alle diversità e al confronto: è questo il valore aggiunto, perché consente di allargare l’orizzonte dei bisogni e delle possibilità di risposta e aiuta all’individuazione della migliore soluzione possibile.
La competizione elettorale che vede il Movimento 5 Stelle pilastro di una coalizione che si definisce progressista per i temi, i valori e le risposte che porta nel dibattito politico è per me la naturale conseguenza di un percorso iniziato cinque anni fa, costruito con un confronto serrato con i partiti del centrosinistra e con associazioni, comitati, movimenti civici ai quali ho cercato – spero nel modo migliore – di dare ascolto anche attraverso il coinvolgimento personale e politico sui temi da loro sollevati e oggetto di dibattito all’interno dell’Istituzione della quale sono stata parte fino ad oggi.
Con Roberto, con tutte le candidate e i candidati di una coalizione fatta di donne e uomini coraggiosi che hanno anteposto il senso di comunità alle proprie aspirazioni personali, riusciremo a sconfiggere l’immobilismo, la superficialità che ha troppo spesso caratterizzato le politiche del centrodestra che non ha guidato la regione, l’ha parcheggiata per cinque anni in un limbo di azioni mancate, decisioni non assunte e occasioni perse.