Il fallimento del privato convenzionato: non ci sono soldi, dipendenti senza stipendi da mesi

Siamo al termine della dodicesima legislatura in Molise e se dovessimo tracciare un bilancio degli ultimi cinque anni potremmo dire una cosa.
Trasversale ai temi che si trattano, perché non accade soltanto in sanità ma anche nei trasporti: il modello del privato convenzionato ha fallito in tutti i campi.
Simbolo ne sono in questi ultimi giorni l’Atm nel settore trasporti, ma anche Gemelli e Villa Maria in Sanità.
Il problema sembra essere comune: la Regione non paga e noi non possiamo pagare gli stipendi ai nostri dipendenti.
Il caso meno grave ma forse più discusso è quello che riguarda il Gemelli Molise.
Qui i problemi come ha sostenuto Petracca sono questi: non si riuscivano a pagare gli stipendi di gennaio a causa del mancato versamento di circa 17milioni di euro dal 2019. Ne sono arrivati cinque con una determina della Regione e gli stipendi sono stati pagati. Ma Petracca avverte: se i tetti di spesa continuano ad essere quelli che ha fissato la Regione nel 2023 noi non ce la facciamo ad andare avanti. La questione è ancora aperta, anche se con nostra meraviglia, si è registrata una apertura del Movimento Cinque Stelle nei confronti di radioterapia del Gemelli. Il capogruppo Andrea Greco lo ha definito un servizio indispensabile che va salvato.
Situazione più grave, almeno sotto il punto di vista del pagamento degli stipendi, nella clinica Villa Maria di Campobasso.
I sindacati hanno denunciato il mancato pagamento delle spettanze di novembre, dicembre, gennaio e tredicesima. La stessa situazione di Atm che denunciamo da giorni. Anche Villa Maria sostiene di vantare crediti dalla Regione Molise e ha minacciato di chiudere i battenti a fine 2022.
Ma sono gli stessi sindacati a sottolineare che gli stipendi non sono mai arrivati in tempo e sempre con qualche ritardo.
Di Atm ne stiamo parlando da giorni. Nel pagamento ai dipendenti si sta sostituendo da giorni la Regione Molise. Anche qui Giuseppe La Rivera, in una nota inviata ieri a tutta la stampa ha chiesto alla Giunta di saldare il dovuto all’ azienda definendo folcloristiche le proteste dei suoi dipendenti.
Sono molteplici le domande che ci dovremmo porre. La prima è ovviamente quella che si pongono tutti. Come mai la Regione non paga aziende della sanità e dei trasporti che sono tra i servizi essenziali per i cittadini? La porremo direttamente al Governatore Toma nel prossimo consiglio monotematico dedicato alla questione Atm. Possiamo ipotizzare che é a causa dei debiti milionari certificati dalla Corte dei Conti ma faremo comunque la domanda direttamente al presidente della Regione.
La seconda domanda però è rivolta agli imprenditori di sanità e trasporti. Come mai senza i soldi della Regione non si è in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti? Perché sono sempre i lavoratori a dover pagare quando tutte le attività di cui stiamo parlando hanno comunque degli utili? Vero è che si devono pagare bollette per far funzionare le cose, si devono comprare macchinari all’ avanguardia per la ricerca, benzina per far camminare gli autobus.
Ma in nome del profitto, che comunque arriva perché si sta parlando di servizi essenziali ai quali i cittadini fanno riferimento, si sacrifica come sempre il diritto di chi lavora per far ottenere il capitale ai padroni, sull’ altare della sempiterna frase: non ci sono soldi ci dobbiamo arrangiare.
E per il “materiale umano” impiegato a tale scopo si aspettano i fondi pubblici, perché tali sono quelli regionali, che potrebbero essere impiegati per una società di trasporto regionale totalmente pubblica e per gli ospedali pubblici che soffrono per le carenze strutturali annose.
I privati esistono ed esisteranno sempre. Ma è giusto che sappiano provvedere ai propri dipendenti anche in assenza di fondi pubblici. Se poi quelli arrivano dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per migliorare il servizio. Non per garantire uno stipendio a chi lavora.