Florenzano out e Schlein segretaria: ecco come potrebbero condizionare le regionali 2023

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Florenzano fuori dall’Asrem e Elly Schlein segretaria del Pd. Qualcuno potrebbe pensare che le due notizie non hanno nulla in comune. E invece entrambe possono influire sulle elezioni regionali del 25 e 26 giugno.

La decisione di non rinnovare il contratto all’ ormai ex direttore generale, di sicuro riabilita anche se parzialmente, l’operato del centrodestra in sanità.

I commenti alla notizia sono stati tutti entusiasti. Tuttavia c’ è chi continua ad imputare al presidente della Regione Donato Toma la responsabilità dei fallimenti avvenuti durante il periodo della pandemia. In molti pensano quindi che Florenzano sia stato soltanto l’esecutore materiale delle volontà politiche di Toma.

Ma ricordiamo che la conferenza dei sindaci si é lavata le mani della decisione e che la valutazione del comitato era un misto tra bocciatura e promozione.

Le intenzioni in Giunta, secondo indiscrezioni accreditate, non era nemmeno concordi prima della presa di posizione dell’esecutivo di non rinnovare l’incarico a Florenzano.

Oreste Florenzano

Di certo c’è questo: si tratta di una decisione con cui si farà campagna elettorale nei prossimi mesi. Sia se ci sarà la riconferma della candidatura di Toma sia se l’attuale presidente non dovesse essere ricandidato.

Potrebbe questa decisione anche essere utilizzata da qualche assessore dell’attuale Giunta per giocarsi il tutto per tutto per la rielezione.

Ma i tempi stringono e proprio i tavoli del centrodestra dovrebbero stabilire, nei prossimi giorni, chi sarà il candidato presidente. Sul tavolo o la riconferma di Toma oppure la proposizione di un nome che possa rappresentare l’intera coalizione.

Contro la ricandidatura si sono espressi Aldo Patriciello e ora anche l’onorevole Lorenzo Cesa. Ma nulla è perduto per Toma e i suoi Assessori. Quindi la rimozione di Florenzano sì, potrebbe aiutare i possibili candidati a recuperare consenso elettorale.

L’elezione di Elly Schlein a segretaria del Pd invece potrebbe spostare il baricentro delle alleanze. Anche se il segretario regionale Vittorino Facciolla ha sostenuto su Primo Piano Molise che le intenzioni del PD Molise restano quelle dell’ alleanza con il Movimento 5 stelle ma senza imposizioni di nomi romani estranei al territorio.

Facciolla continua a tenere aperta una porticina per i Moderati, ma i commenti di Renzi e Boschi all’elezione di Schlein dice ben altro.

Dopo l’ uscita di Fioroni dal Partito Democratico è chiara una frattura all’interno di esso tra le anime cattoliche e quelle progressiste. È chiara quindi una cosa: per chi seguirà l’ex cattodem la strada é obbligatoriamente verso il centro. Per chi resterà fedele a Schlein, e c’è da giurarci che in Molise andrà così, la via obbligata è trovare alleanze nell’area progressista. Quindi per il Pd sarà tutta una gatta da pelare nei prossimi giorni.

Con Azione e Iv che potrebbero essere costretti a virare a destra. E perché no un elemento ostico proprio per la riconferma di Toma presidente. Perché nel terzo polo il nome possibile potrebbe essere proprio quello di Micone, l’attuale presidente del Consiglio regionale che di recente ha attaccato frontalmente Toma proprio sulla data delle elezioni. E con un terzo polo a destra si prevede anche un rientro di Gianluca Cefaratti pronto a rivendicare ruoli di primo piano.

Nei prossimi giorni tutti questi nodi potrebbero essere sciolti. E sapremo quindi in che modo i due avvenimenti incideranno nel panorama elettorale del Molise verso il 25 giugno.