Consiglio Regionale, Toma: fino al 7 marzo tutto resta invariato, poi valuterò un eventuale azzeramento

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E tra gli esclusi per effetto della surroga tuona Massimiliano Scarabeo: presento una diffida per rientrare e presentare la sfiducia a Toma. Una strada difficile da intraprendere anche perché è già stato firmato il decreto che fissa le elezioni il 25 e 26 giugno

Dopo le sentenze della Cassazione che hanno reintegrato in consiglio regionale Antonio Tedeschi e Filoteo Di Sandro, si viene a proporre una situazione del tutto nuova in maggioranza.

Micone li ha convocati entrambi per il Consiglio regionale di chiusura della dodicesima legislatura, che si terrà il 7 marzo a Palazzo D’Aimmo.

Con la dichiarata incostituzionalità della surroga anche l’ex consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, escluso dal consiglio sempre per effetto dell’abrogazione retroattiva della surroga, avvenuta nel 2020, vorrebbe rientrare anche se solo per un giorno sui banchi di Palazzo Moffa.

” Ho presentato una diffida – ha dichiarato Scarabeo a Controvento.online- il mio obiettivo è entrare in consiglio e presentare la mozione di sfiducia al presidente Donato Toma”.

Per presentare una mozione di sfiducia non ci può essere un solo consigliere ma ne occorrono almeno 5. Da indiscrezioni sembrerebbe che ci saranno.

Ma una mozione di sfiducia va scritta, presentata messa in discussione come argomento urgente e poi votata. Potrebbe essere messa immediatamente in discussione e potrebbe essere l’ultimo atto della dodicesima legislatura. Potrebbe costringere il presidente alle dimissioni qualora chi giocherà una campagna elettorale contro Toma, avrà il coraggio quantomeno di provare a chiudere prima la partita della dodicesima legislatura. Una mossa politica che metterebbe tutti davanti alle proprie responsabilità e che potrebbe dare un senso o un altro anche alla prossima campagna elettorale.

Ma questo è tutto da vedersi perché proprio Donato Toma ha già firmato il decreto per le elezioni che sono fissate al 25 e 26 giugno. E da questa posizione non sembrerebbe volersi scostare.

Ma per ora Toma ha scelto la strada attendista. Raggiunto a telefono da Controvento.online ha sostenuto: “fino al 7 marzo non cambia nulla. Se poi c’è la necessità di azzerare la Giunta lo vedremo in seguito. Con i miei poteri posso decidere chi resta a fare l’assessore, chi torna a fare il consigliere e chi torna a casa”.

Quindi per ora tanto rumore per nulla almeno in chiave di scadenze elettorali. Resta l’ effetto risarcitorio delle sentenze di Cassazione secondo le quali i consiglieri danneggiati devono riottenere gli stipendi negati dal 2020 ad oggi.

E il dopo 12esima legislatura? Tutto ancora da decidere come la ricandidatura del Presidente Toma o un nuovo corso anche per Il centrodestra.