Consiglio regionale, incostituzionale l’abolizione della surroga di Antonio Tedeschi

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“Giustizia è fatta: le regole democratiche non si toccano”.

È il commento degli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza alla sentenza che dichiara anticostituzionale l’ abolizione della surroga in consiglio regionale.

La norma faceva parte della legge elettorale usata nel 2018 per l’elezione a Palazzo D’ Aimmo ma fu abrogata con un voto compatto di centrodestra e Movimento Cinque Stelle nella legge di bilancio approvata nel 2020.

“…in caso contrario, il rischio è che, con il “senno del poi”, un’assemblea legislativa provveda, a candidati eletti e cariche ricoperte nominatim, a modificare le “regole del gioco” che disciplinano la condizione dei componenti eletti, la loro ammissione, esclusione o sospensione dall’assemblea medesima, con il rischio non tollerabile in uno Stato di diritto di alterare ex post, secundum eventum, la composizione della stessa”.

Sono le parole della Corte di Cassazione, che ha ribaltato la sentenza del Tribunale e della Corte di Appello Civile di Campobasso e accolto il ricorso, accertando il diritto di Antonio Tedeschi a ricoprire la carica di consigliere regionale a far data dalla nomina di Vincenzo Niro ad assessore.

“C’è un giudice a Berlino- dichiara Romano- e anche a Roma”.

“Tre anni di sofferenza ma giustizia è stata fatta- dichiara Tedeschi- Mi dispiace soprattutto che mi hanno fatto fuori politicamente nel momento in cui stavo per realizzare progetti importanti per la comunità, come la vera riapertura dell’Ospedale SS.Rosario di Venafro (con l’ACCORDO DI CONFINE già approvato dalla Regione Campania) , il Reddito di Residenza Attiva e tanto altro. Un sentito ringraziamento voglio rivolgerlo ai miei tre grandi avvocati, Massimo Romano, Margherita Zezza e Pino Ruta , ed anche a tutte quelle persone che mi sono state vicino in questi anni! A presto”.

La sentenza è stata commentata anche da Massimiliano Scarabeo, l’altro consigliere sbattuto fuori dal consiglio nel 2020.

” É buffo che un Paese che siede tra i grandi del Mondo, abbia una giustizia che viaggia a più velocità, con regole e punti di vista diverse a seconda di chi la dovrebbe applicare. E così come è sempre accaduto, per avere ragione, o torto, il vero giudice è il tempo. Apprendo la notizia del giudizio della Suprema Corte sul ricorso presentato dal Consigliere Regionale Antonio Tedeschi, in merito alla sua esclusione dal Consiglio Regionale del Molise a seguito dell’abolizione dell’istituto della surroga. Da quando, tre anni fa, la giustizia ha iniziato a occuparsi, nei vari gradi di giudizio, della questione, c’è stato chi se ne è lavato le mani, chi ancora deve sentenziare e, finalmente chi, nel bene e nel male, ha deciso: l’abrogazione della legge regionale del Molise che istituiva la surroga di un Consigliere Regionale nominato Assessore, è incostituzionale. Così la verità che fin da subito si è cercato di fare capire ai presuntuosi e soloni Consiglieri votanti, è venuta fuori, sbugiardandoli in tutta la loro presunta sicumera. Una nuova lezione che li ridimensiona, ancor di più, in quel deserto politico e istituzionale, in cui, visto i risultati ottenuti, si sono autoconfinati in questi anni. Personalmente non mi esprimo nel merito di questa vittoria, dato che il mio ricorso deve ancora essere definito, ma faccio volentieri, e di cuore, gli auguri all’amico Antonio per aver dimostrato da quale parte è la ragione. Certo come sono, di confermare ciò che ho espresso allora sul conto di questi scienziati della politica e dell’istituzione che rappresentano e con i quali mi guarderò bene di averci a che fare. Voglio sperare che questa sentenza faccia capire che il pressappochismo e i giochini di potere altro non sono che l’immagine distorta di una verità che prima o poi viene a galla in tutta la sua trasparenza. Questa sentenza non ridà soltanto dignità a chi è stato sbeffeggiato da quattro quaquaraquà, ma rappresenta per questi ultimi, se avessero l’intelligenza di capirla, una vera lezione di vita”.