Atm e condanna della Regione sui fondi Tpl, Faisa Cisal: gli attacchi mediatici dell’ azienda sono ingiustificati
In seguito alla positiva sentenza ottenuta “… a titolo di contributi CCNL regolarmente pagati da questa impresa ai propri lavoratori ed illegittimamente trattenuti dall’Ente dal 2015 e fino al 2023”, la società ATM, orgogliosamente, ma anche inopportunamente, esce con un comunicato stampa ed accusa di aver subito attacchi diffamatori da parte di più soggetti (sindacati e regione), in combutta fra loro. Quest’atteggiamento, secondo il nostro parere, rappresenta un tipico esempio di vittimismo (ingiustificato), che si distingue per l’autoreferenziale idealismo e sincerità, non suppostati dalla realtà dei fatti. Pertanto, per l’ennesima volta riteniamo doveroso illustrare i termini della vicenda, con un iniziale interrogativo (che probabilmente rimarrà privo di risposta), sul perché la Regione non agisce per il recupero delle ingenti somme che le sono dovute dalle società del TPL, per maggiori esborsi (come da delibere regionali). Noi non riteniamo giustificate le richieste per oneri contrattuali per i motivi che seguono. Nel 2010, la regione Molise (Presidente Iorio), per determinare un equo corrispettivo alle aziende di trasporto, ha incaricato uno studio commerciale per definire la compensazione adeguata alle aziende di trasporto. Premesso che lo studio è stato condotto sui bilanci delle maggiori quattro società stesse, contrariamente a quanto previsto dall’importante sentenza di riferimento Altmark (…una società media ben gestita…), senza alcun termine di paragone con altre società, prendiamo atto che la società, come indicato nel comunicato, abbia chiesto ed ottenuto giudizialmente quanto previsto peri contributi del CCNL, che con la sentenza di ieri è stato quantificato in curo 825.042,71 (somma già maggiore di quanto spettante in base alle risultanze dello studio). Tuttavia, quello che non dice l’ATM, e che manca per completare il quadro complessivo, è che tale risorsa, è inferiore ai 20 centesimi al km in più, rispetto al risultato finale dello studio, riconosciuti all’ATM nel contratto di servizio, di € 1,84, invece di € 1,64. Per questa maggiorazione l’importo è pari ad € 826.900,05 annui (€ 0,20 x km 4.134.500,25), cioè superiore alle risorse per i contributi del CCNL ottenuti in giudizio dall’ATM. Non solo, nel medesimo studio è previsto, oltre al ristorno del costo dell’ammortamento degli autobus (senza aver mai visto un autobus nuovo), un importo per il contratto di secondo livello di oltre € 10.000 annui medi a favore dei dipendenti, cioè il 44% in più del contratto nazionale (n pratica, fatto 100 il contratto nazionale, la Regione eroga per il personale dipendente 144), ma, non essendo mai stato stipulato un accordo aziendale, anche queste risorse, non riconosciute ai dipendenti, restano nelle tasche dell’ATM. Non basta, la Regione ha attribuito altre condizioni più che favorevoli, sempre dall’anno 2011: 1. Il corrispettivo è stato indicizzato all’indice Istat del settore trasporti, non già all’indice d’inflazione programmato, come previsto dal D.Lgs 422/97, art.19, comma 3/d. Dopo l’annullamento della scala mobile ai lavoratori, la scelta risulta scandalosa; 2. Un utile garantito del 10% sul patrimonio netto, oltre al rimborso delle imposte sugli utili (non abbiamo mai visto una retrocessione delle imposte dovute), mentre il reg. CE 1370/07 prevede la media degli utili delle imprese del settore. In questo caso è stato riconosciuto anche un rendimento del capitale, in assenza di rischi, assolutamente fuori mercato. Per quanto sopra, possiamo legittimamente continuare ad affermare che NON C’È ALCUNA GIUSTIFICAZIONE PER IL RITARDO DEL PAGAMENTO DELLO STIPENDIO, anche perché crediamo che la regione Molise sia l’unica che paga mensilmente le aziende.
p.LA FAISA CISAL MOLISE