Atm, Befana stitica: gli stipendi per 110 lavoratori “forse” la prossima settimana

I 110 dipendenti Atm che attendono ormai 4 stipendi (ottobre, novembre, tredicesima e dicembre) potrebbero ottenere la liquidazione delle mensilità di ottobre, novembre e tredicesima entro la prossima settimana.
Questa l’ultima comunicazione del titolare Giuseppe La Rivera inviata ai propri dipendenti. Significa una sola cosa: per i dipendenti anche la Befana sarà priva di soldi e quindi cattiva.
A chi aveva 22 euro sul conto a Natale non restano nemmeno quelli. Solo una flebile speranza di ottenere i soldi che gli spettano.
Tutto questo nonostante la Regione ha già dato il proprio contributo. Una situazione al limite dell’insostenibile. Ormai non è “soltanto” la disperazione di 110 famiglie che non hanno mezzi di sostentamento se non lavora qualcun altro del nucleo familiare.
Ma si tratta dell’umiliazione dei lavoratori che per ora non hanno fermato il trasporto pubblico, come sarebbe stato anche logico aspettarsi.
Uomini e donne che continuano a garantire il servizio richiesto dalla Regione nonostante la proprietà di Atm non riesca a garantire gli stipendi.
La questione comincia a essere anche una situazione di sicurezza nei trasporti. Persone demotivate e depresse per la mancanza di soldi potrebbero anche distrarsi mentre svolgono il proprio lavoro e mettere in insicurezza i viaggiatori.
La Regione ha il dovere di intervenire. Rimettendo tutto in discussione con un nuovo bando di gara che possa affidare il servizio a chi è in grado di onorare i debiti con i propri dipendenti. Allo stesso tempo dovrebbe anche garantire il futuro lavorativo di questi 110 responsabili che, nonostante restano senza stipendio da settembre, continuano a garantire un servizio utile ai cittadini, quello del trasporto pubblico.
Parliamo di una cosa necessaria come la sanità. Di un altro fallimento del centrodestra molisano tutto. Altro che trasporti da sogno come suggerito da Toma e Pallante nella conferenza stampa di fine anno.
Se i lavoratori possono ancora raggiungere le fabbriche lo dobbiamo a 110 responsabili che non ancora hanno incrociato le braccia.