Unire le sorti dell’ Università ai territori, la ministra Bernini a Campobasso celebra Unimol

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“Sono grata all’Università del Molise e al rettore Brunese perché ci dà l’opportunità di trovarci tutti insieme a parlare di una cosa importante, vale a dire come unire ancora di più le sorti delle università ai territori, come aiutare i territori attraverso le università. E come aiutare gli studenti attraverso tutto questo”.

Lo ha sostenuto la ministra Anna Maria Bernini giunta questa mattina a Campobasso in occasione dei festeggiamenti dei 40 anni di Unimol con il convegno le Università del Sud motore di sviluppo.

Era presente all’evento anche il presidente della Regione Donato Toma

“Ho visto nascere e crescere la nostra Università: da dentro, come docente, e da fuori, come cittadino e come presidente di Regione, sono testimone di un’epoca felice per l’affermazione dei principi posti a tutela dell’istruzione e della sua costante diffusione. In questa sede, culla del sapere e di formazione e istruzione superiore, analizziamo, valorizziamo e, giustamente, celebriamo, alla presenza del Governo italiano, la fase propedeutica all’istituzione del nostro ateneo e delle altre Università che si sono rivelate effettivamente potenti motori di sviluppo per le comunità del Sud Italia”.
Importante la presenza della ministra Bernini “il cui intervento qui oggi – ha detto Toma – riveste grande importanza”.

“La questione Universitaria nel Mezzogiorno ha un peso politico essenziale nello sviluppo socio-economico di un’area in sofferenza che necessitava di impulso in termini di risorse intellettive, finanziarie e di programmazione – ha proseguito Toma – L ’Articolo 22 del Capo IV della Legge 590 del 1982, con il quale il legislatore ha istituito quella che per tutti i molisani è ‘la nostra Università’, è stato una conquista culturale e sociale notevole, frutto di un lavoro meticoloso e condiviso, cui hanno contribuito eminenti personalità della scena politico-istituzionale regionale e nazionale. Dai primi anni ‘50 al 1982 i nostri rappresentanti parlamentari, cito per tutti il Senatore Lello Lombardi, hanno evidenziato che a Roma si giocano le partite decisive per il futuro di un territorio. Vale per ieri e per oggi: il Molise ha bisogno di sostegno e di considerazione, di decisioni chiare e propositive. Sono convinto che la via della programmazione concertata sia quella giusta per invertire alcuni trend negativi, tra gli altri quello dello spopolamento. A ciascuno il proprio ruolo, svolgiamolo al meglio.

“L’esempio dell’Unimol brilla sotto i nostri occhi – ha detto ancora il governatore – A decorrere dall’anno accademico 1982-83, il Molise ha tratto soltanto benefici dall’istituzione dell’ateneo, così è successo anche alle altre aree del Sud contemplate nella Legge sulla Istituzione di nuove Università.

“A margine dell’opera di sprovincializzazione che ha emancipato diverse comunità fino a quel momento tenute a margine del sistema di istruzione superiore statale, il merito forse maggiore delle Università del Sud è stato quello di alzare notevolmente il livello culturale delle Regioni meridionali. Non solo corsi di studio di qualità, ma anche iniziative collaterali, idee concretizzate, e un fermento intellettuale che ha stimolato e potenziato lo sviluppo. Parimenti robusti sono i benefici economici connessi alle attività produttive locali e quelli per le tante famiglie che hanno visto i propri figli investire sul territorio e con un importante risparmio di risorse.

“L’università degli Studi del Molise e’ centrale rispetto al presente e al futuro del Molise. La Regione ne è pienamente consapevole e rafforzerà un binomio tra istituzioni che funziona e che investe in tanti settori nevralgici della nostra società” ha concluso Toma.

Presente anche il sindaco di Campobasso Roberto Gravina

Questo incontro presso l’Ateneo che ha sede nella nostra regione è l’occasione utile e propizia per riflettere, tutti insieme, rappresentanti del mondo accademico, di quello produttivo e delle istituzioni, su ciò che può e deve rendere efficiente un progetto di rilancio che coinvolga attivamente il nostro Meridione. Il Sud rappresenta una parte importante del territorio e della popolazione nazionale, una popolazione che ha la precisa volontà di affrontare le sfide future da protagonista, – ha voluto sottolineare Gravina -per proiettare le nostre comunità lungo un percorso di sviluppo frutto di scelte chiare, da prendere nei modi e con i tempi giusti.
L’Università degli Studi del Molise nei suoi quarant’anni di vita ha, tra le innumerevoli cose fatte, spesso creato le condizioni per permettere confronti che si sono poi sviluppati in progetti concreti messi a disposizione del territorio e delle sue comunità, rivelando quanto sia determinante la conoscenza delle specificità sociali, culturali e produttive del luogo in cui si opera per poter offrire soluzioni strategicamente lungimiranti, adeguate ai contesti e, soprattutto, produttive.
Nell’età contemporanea l’importanza della ricerca e di modelli di sviluppo che partendo dal territorio producano innovazione, rappresenta una condizione imprescindibile per generare un circolo virtuoso in grado di invertire la rotta e sbloccare così situazioni nevralgiche, sedimentate nel tempo, che stanno producendo nei nostri territori, oltre alla mancanza delle opportunità di lavoro, a cascata, lo spopolamento e la perdita o il depauperamento di alcuni servizi pubblici indispensabili che vanno garantiti costituzionalmente a tutti i cittadini italiani.
Se con l’azione di raccordo tra le precise potenzialità che tutto il Meridione in generale è capace di esprimere possiamo adoperarci, attraverso un profondo ed esteso lavoro di rete interistituzionale, per ottimizzare le occasioni di crescita produttiva, è però solo lavorando consapevolmente per garantire, a chi ha deciso di abitare nei nostri territori, quegli imprescindibili diritti costituzionali, come il lavoro o il diritto alle cure sanitarie, che si incentiva realmente la nuova e necessaria spinta a sviluppare le comunità in Molise e nell’intero Meridione.
Ragioniamo quindi di sviluppo, senza arenarci su particolarismi, – ha affermato in conclusione Gravina – ma partendo, invece, proprio dalle esigenze dei territori, perché ciò che oggi vi è di più umanamente moderno è proprio farsi garanti, ognuno nel suo ambito e ognuno per i suoi compiti, di quei livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere assicurati, in modo uniforme, sull’intero territorio nazionale, perché riguardano diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini. Di questi principi e di queste idee è fatto il futuro e su queste basi va fondato lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità.