Sanità regionale, Pmli Molise: sempre più vicino il punto di non ritorno

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Il pubblico è allo stremo, continuano i disservizi per la popolazione e a breve anche il privato convenzionato alzerà bandiera bianca

di Giovanni Colagiovanni

E’ sempre più disastrata la situazione sanitaria in Regione. Questo inizio d’anno è stato segnato, difatti, da un peggioramento del quadro generale. Procediamo con un’analisi a tutto tondo, partendo da uno dei fatti più sorprendenti!
Appena pochi giorni fa, la Procura del capoluogo ha proposto l’archiviazione per le tante azioni giudiziarie volte verso i massimi dirigenti Asrem, tre in particolare: l’ex direttrice Scafarto, l’ex commissario Giustini e l’attuale D.G. Florenzano. Ciò nonostante le coraggiose denunce del personale sanitario a tutti i livelli, nonostante che gli inquirenti abbiano accertato una serie incredibili di errori e manchevolezze (riconosciute dalla stessa Procura che ha parlato di “gravi colpe”), quali le spese extrabudget irregolari e non dovute, l’impianto di ossigenoterapia non a norma che è costato vite umane, mancata attuazione del centro Covid, ecc ecc. Alla fine, per la Procura non è successo nulla di particolarmente grave, tutti da assolvere! Una decisione che ha lasciato basite le tante persone che hanno perso un caro durante la pandemia e che si sono riunite nel comitato “Dignità e verità vittime Covid” il cui legale si è opposto alle archiviazioni! Una decisione, questa del 24 gennaio, che era nell’aria tanto che gli stessi familiari avevano esposto uno striscione, davanti al Palazzo di Giustizia, quanto mai premonitore: “La salute è un diritto archiviarla è un delitto”. A queste persone coraggiose continueremo a non far mancare il nostro appoggio!
Ma questa è solo una delle tante cose che non tornano. Che dire, difatti, di cosa sta accadendo a Termoli ed Isernia in questi giorni? Nel capoluogo pentro il pronto soccorso è stato costretto ad affiggere un cartello in cui si specifica che, “causa presenza di un solo operatore, sia diurno che notturno, gli utenti sono pregati di ricorrere alla ex guardia medica”!!! E che aria tira al San Timoteo? Manca personale sia per anestesisti che rianimatori e da giorni non è più possibile procedere con gli interventi chirurgici in lista d’attesa! Tutto ciò, ricordiamo, punte di un iceberg micidiale fatto da una sanità che viaggia verso un quindicennio di commissariamento, con i bandi per reclutamento personale che vanno deserti (giustamente chi, dopo anni di studi, verrebbe a lavorare negli ospedali molisani, ridotti come sono, con contratti a breve scadenza?), con le ennesime proroghe a medici, Oss, infermieri che vengono dall’estero (e vai con gli inevitabili problemi legati già solo alla conoscenza della lingua, specie nei rapporti con persone anziane), ecc ecc.
Ma come si dice, al peggio non v’è limite: sempre ad inizio anno è scoppiata la bomba. Il privato accreditato, nonostante i fiumi di danaro generosamente concessi dalla Regione batte cassa! E non si parla di pochi Euro! Per Villa Santa Maria, dove molti dipendenti vantano diversi mesi di arretrato e dove i sindacati da tempo hanno proclamato lo stato di agitazione, forse, con la recentissima firma del 3 febbraio di un nuovo contratto con l’Asrem, per l’immediato si avrà una boccata d’ossigeno, ma i dubbi per il futuro restano. Molto più delicata la situazione al Gemelli dove è sempre più probabile che oltre un centinaio di lavoratori saranno licenziati causa sofferenze economiche.
Siamo all’apoteosi dell’assurdo, insomma: più si taglia al pubblico per dare il privato e sia pubblico che privato veleggiano verso la bancarotta! E solo per questione di spazio preferiamo sorvolare sulla ben nota vicenda di qualche mese tempo fa relativa alle incompetenze del presidente Toma che si è visto bocciare la legge del 23 giugno 2022 n°11, fatta approvare dai suoi stessi fedelissimi e poi ritirata di fretta e furia perché incostituzionale e incompatibile con il suo ruolo di commissario! Siamo alle comiche!
Peccato che da ridire ci sia ben poco. La situazione è drammatica, il SSN, in Regione, marcia spedito verso un fallimento che pare sempre più pilotato dai “piani alti”: non c’è altra spiegazione logica. Ribadiamo la nostra accusa, condivisa da tante persone che lavorano nel settore: è in atto un preciso disegno politico volto a far fallire l’offerta di un SSN sul territorio (il cui colpo finale verrà dalla sempre più marcata autonomia regionale) per sperimentare, in una Regione così piccola, un primo approccio di sanità “all’americana”, con assicurazioni private e basata sul si salvi chi può!
L’unica salvezza possibile, invece, spetta alle masse popolari: o quanto prima inizierà una dura lotta di classe, una dura battaglia sociale fatta di proteste come si deve, o il diritto costituzionale all’assistenza sanitaria resterà solo un bell’ideale!