Sanità e inquinamento, Nola: prima la salute dei cittadini

di Vittorio Nola ( consigliere regionale 5 stelle)
Non accetteremo mai la superficialità della maggioranza di centrodestra davanti a scelte che coinvolgono tutti i molisani. Il “caso sanità” tra Regione e istituti privati, le ultime drammatiche notizie sull’inquinamento nella Piana di Venafro, le scadenze tecniche del Bilancio di previsione 2023: argomenti di stretta attualità, per i quali dovrebbe essere immediatamente convocata almeno una seduta di Consiglio regionale con uno specifico ordine del giorno.
Invece, purtroppo, gli esponenti di centrodestra credono che basti una conferenza stampa o un comunicato per impedire ai cittadini di riconoscere la loro incapacità politica.
Ora, però, vorrei esprimere alcune perplessità sul modus operandi che sta venendo fuori in merito alla tutela ambientale.
Dopo l’arsenico, anche il cadmio: con la conferenza stampa del procuratore di Isernia, Carlo Fucci, sono emersi diversi dati sull’inquinamento nella Piana di Venafro che vanno a confermare le nostre ripetute denunce sul ritardo della piena funzionalità del registro tumori.
Non solo: le analisi di Arpa Molise e Ispra, in aggiunta allo studio epidemiologico del CNR di Pisa che abbiamo contribuito a finanziare, stanno dando dei riscontri che in gran parte ci aspettavamo, ma al contempo fanno decisamente riflettere.
La domanda nasce spontanea: il Procuratore Fucci riuscirà ad individuare eventuali reati? Dichiarare che ci sono responsabilità pubbliche e private sugli sforamenti non basterà a svegliare la politica immobile, proprio quella politica che noi portavoce del MoVimento 5 Stelle continuiamo a contrastare con tutte le forze. Dobbiamo anche tener presente che in questi casi parliamo di una pianura agricola, quindi bisogna assolutamente procedere in fretta con le bonifiche.
I cittadini della Piana di Venafro giustamente pretendono chiarezza, non giustificazioni. E per fare chiarezza sulle responsabilità di una vera e propria emergenza ambientale serve agire in sinergia con il coinvolgimento di tutti gli attori in causa: dall’amministrazione regionale a quelle locali, dai gestori degli impianti di incenerimento alla magistratura, e così via. Altrimenti si continuerà a ripartire sempre da zero, attraverso una sorta di “gioco dell’oca” pericoloso per la salute e per l’economia del nostro territorio.