Reddito di cittadinanza e patriarcato: per Meloni le persone senza minori a carico possono rinunciarci, salvaguardati i poveri con figli

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Probabilmente ai più sembra una cosa logica. Perché ricalca esattamente quello che il modello di società patriarcale vuole: l’aumento della natalità e i cosiddetti figli per la patria.

Il disegno di questo governo è chiaro anche dalle modifiche che sta proponendo allo strumento che tanto caro è stato ai più poveri proprio durante la pandemia da Covid 19: il reddito di cittadinanza.

Meloni ha parlato chiaro: chi può lavorare perderà il sussidio.

Ma vediamo quali sono le categorie che verranno colpite entro i primi mesi di governo.

” Chi ha 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l’assegno legato al reddito di cittadinanza, anche se non immediatamente. Lo manterranno, invece, gli invalidi, chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento”.

Chiaro quindi: chi non ha figli perderà il sostegno. Indipendentemente dal fatto che non riesce a trovare lavoro o che ha affitto da pagare e casa da mantenere.

Chi ha figli può lavorare, mentre si tuteleranno le famiglie con figli che non hanno adeguati mezzi di sostentamento. Sembra che avere o non avere minori a carico sia il discrimine per chi può lavorare e chi ha davvero bisogno.

Queste modifiche, come la riduzione del superbonus da 110% a 90%, potrebbero arrivare in piena sessione di bilancio. L’ esecutivo di Meloni sarebbe pronto a tagliare la misura per recuperare altre risorse da mettere sul tavolo contro il caro energia. Secondo Giorgia Meloni il reddito di cittadinanza dovrebbe andare solo a chi non è in grado di lavorare, mentre per tutti gli altri potrebbe essere tagliato.

Tagliare e rateizzare le bollette solo alle imprese e togliere il reddito a chi è povero e solo. Questo è il governo di destra, gli ultimi resteranno ultimi e i primi resteranno primi. Se il buongiorno è questo non immaginiamo quale sia la buonanotte.