Meloni Vs Schlein: ecco perché nessuna delle due è a favore delle donne

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Giorgia Meloni è premier ormai da quando ha vinto le elezioni del 25 settembre. La prima donna. E nel tempo ha trovato il sostegno anche di molte femministe vicine alla corrente della differenza. Soprattutto per aver messo al centro del dibattito femminista il ruolo della maternità. Anche se lo ha fatto in modo patriarcale, dando più valore alla donna che sceglie di essere madre rispetto a chi non lo può essere o semplicemente non vuole.

Da ieri Elly Schlein è ufficialmente segretaria del PD.

Come modello femminile si pone direttamente come una anti Meloni. E sul tema dichiara

“Non tutte le leadership femminili sono femministe, non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le altre donne, che non ne difende i diritti. Nella manovra si restringe opzione donna e si differenziano le donne sulla base dei figli”.

Nelle parole è condivisibile. Lo abbiamo sostenuto anche noi quando ha chiesto ufficialmente di essere chiamata il Presidente del Consiglio. Quando ha favorito le madri rispetto alle donne senza figli in opzione donna ( in pensione con 35 anni di contributi a 58 anni con due figli o più, a 59 con un solo figlio a 60 senza figli) creando una competizione tra donne mai vista prima, lo abbiamo detto quando ha proposto di togliere il reddito di cittadinanza prima a chi non ha figli minori da mantenere. E lo abbiamo detto anche quando ha scelto Eugenia Roccella come ministra di pari opportunità e natalità. Le sue politiche sembrano voler costringere le donne senza figli a ripensarsi. A doversi incasellare per forza nel ruolo materno anche quando non lo desiderano. Ma sta facendo del male anche alle madri stesse: andare a casa due anni prima significa relegarle prima nel ruolo che le vede protagoniste dalla notte dei tempi: quello di cura esclusiva della famiglia.

Fin qui Giorgia Meloni. Ma chi è la sua antagonista ufficiale?
Giovane, donna, di sinistra, militante Lgbt, punta a portare nel Pd il mondo dei movimenti e dell’associazionismo, con al centro i temi del lavoro giovanile e del precariato. Nata 37 anni fa a Lugano, in Svizzera, da madre italiana e padre americano, nel 2008 parte per Chicago, dove fa la volontaria nella campagna elettorale a sostegno di Obama, contro John McCain.

Come si vede da questo breve profilo sembra essere davvero il contrario di Giorgia Meloni. Per quanto riguarda il femminismo parla di congedo paritario per donne e uomini dopo la nascita di un figlio. E fin qui ci siamo. Ma poi apre pericolosamente a pratiche capitaliste come quella della gestazione per altri. Dove ad essere sfruttate sono non solo le donne, ma quelle più povere.

Nessuna di loro due ha fatto chiare dichiarazioni invece in difesa delle madri vittime di violenza istituzionale. Non se ne vede traccia su nessuno dei due profili politici. La premier tutta pronta a sostenere la donna ” fonzie” forte e capace di difendersi con le arti marziali. Elly Schlein semplicemente si sente lontana da queste tematiche.

E hanno un punto in comune che non riguarda il femminismo ma fa capire che sono diverse ma uguali. Entrambe filo americane, la Schlein addirittura impegnata in prima persona negli Usa.

Elly Schlein arriva dall’alta borghesia mentre Giorgia Meloni dalla Garbatella a Roma ma nessuna delle due sembrerebbe pronta a difendere gli interessi delle donne comuni.

E noi aspettiamo ancora la Messia femminista che ci possa rappresentare veramente.