Meloni a due velocità, arriva in Emilia Romagna ma non fece lo stesso a Ischia

Scritto da

Evidentemente con il governo di centrodestra esistono alluvioni di serie A e di serie B. Gli ischitani attesero per giorni una visita che non arrivò mai. Bene che non sia accaduto anche qui, ma il pensiero di una differenza tra Nord e Sud si fa strada nelle menti di chi ricorda i fatti di fine novembre nell’ isola maggiore della Campania.

di Viviana Pizzi

Da un governo che propone l’ autonomia differenziata, non ci potevamo aspettare altro. Invano attesero gli ischitani di Casamicciola, dal 26 novembre alla settimana successiva, la visita in loco di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. La frana di Ischia la seguì dalla sede nazionale della Protezione Civile. Il bilancio finale fu di 12 vittime e migliaia di sfollati.

L’ esperienza insegna? Forse sì forse no. Probabilmente la premier sapeva già che ripetere l’ errore di Ischia le sarebbe stato fatale in termine di consensi.

Per questo motivo la presidente del Consiglio, di ritorno in anticipo dal G7 di Hiroshima ha incontrato di persona le autorità e le popolazioni colpite dall’ alluvione dell’ Emilia Romagna.

Per ora le vittime sono 14 ma si cercano ancora altri dispersi sotto fango, acqua e detriti.

La premier ha fatto il sopralluogo nel pomeriggio di ieri spostandosi in macchina nel Forlivese e nel Ravennate. A Ghibullo l’incontro con alcuni cittadini.

Intanto domani, dopo cinque giorni di sospensione, riprende l’attività didattica in tutte le scuole di Cesena, ad eccezione di quelle secondarie di secondo grado. Lo ha deciso l’Amministrazione della città romagnola

Ma le polemiche sulla visita di Meloni arrivano comunque dal sindaco di Ravenna Michele De Pascale.

“Nessuno sa dove sia la premier Meloni oggi e questo credo che sia un fatto molto apprezzabile perché di tutto abbiamo bisogno, in questo momento, tranne che di passerelle con codazzi di centinaia di persone”.

La dichiarazione al termine dell’incontro in Prefettura con il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, a cui ha partecipato anche il presidente dei Consorzi di bonifica della Romagna, Stefano Francia. Sono 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente in Emilia-Romagna a causa delle frane e delle inondazioni. Sono 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel Riminese.

Con la progressiva pulizia delle aree alluvionate, diminuiscono le persone evacuate: sono (dato aggiornato alle 12) sono 26.324. Circa diecimila persone che ieri erano sfollate sono potute rientrare in casa. La maggior parte degli evacuati, 19.500, sono nel Ravennate, poi 4.918 in provincia di Forlì-Cesena e 1.906 nel Bolognese. Di questi 5.370 (di cui circa 4mila nel ravennate, 734 nel bolognese, 632 nel forlivese-cesenate e 4 nel riminese) sono accolti in albergo e nelle strutture allestite dai Comuni: scuole, palazzetti e palestre; le altre hanno trovato sistemazioni alternative (seconde case, amici e parenti). Restano 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, risultano attive circa 305 frane concentrate in 54 comuni.

Quattro camion con novanta quintali di materiale consegnato a Forlì, in aiuto alle persone colpite dalle alluvioni di questi giorni, più uno speciale messaggio di solidarietà. E’ il risultato della giornata organizzata da Usmia Carabinieri e Siulp Modena: sotto la pioggia, in tanti sono andati al centro di raccolta viveri di Modena, portando beni di prima necessità.