Manovra, pos anche per un caffè e su Opzione donna resta la discriminante di essere madre

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La montagna ha partorito il topolino. E Giorgia Meloni come premier ha mostrato di non poter dire no all’Unione Europea. Basta quindi alle urla nazionaliste e via alla politica europea sul controllo del denaro.

Infatti si potrà continuare a pagare con il bancomat anche il caffè.

Il governo ha quindi eliminato dalla manovra la soglia di 60 euro entro la quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare di usare il Pos, e ora si studiano forme di ristori per gli operatori che avranno l’onere delle commissioni, che andavano invece eliminate per dare respiro a chi usa il Pos giornalmente.

La svolta si intuiva nelle parole di Giorgia Meloni nella mattinata di ieri ed è stata confermata in serata da Giancarlo Giorgetti. In commissione Bilancio il ministro dell’Economia ha delineato il maxiemendamento con cui si ritocca la legge di bilancio: “con “misure di carattere sociale che riteniamo significative”, spiega.

Intanto le opposizioni partono all’attacco dopo che l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio ha stabilito la ripresa dei lavori sulla manovra alle 18.30. Il centrosinistra proponeva di riprendere alle 14 ma – secondo quanto riferito – ha prevalso la linea della maggioranza. “Usano i tempi della commissione per farsi i fatti loro”, attacca Debora Serracchiani. “Il presidente non svolge un ruolo di garanzia”, dice Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione. “La verità è che la manovra non è pronta”, sottolinea Marco Grimaldi di Avs.

Le misure
Si allarga la platea (da 20mila a 25mila euro di reddito) per il taglio di tre punti del cuneo fiscale. Salgono a 600 euro le pensioni minime per gli over 75. C’è l’indicizzazione piena per le pensioni 5 volte la minima. Il Reddito di cittadinanza sarà per 7 e non 8 mensilità nel 2023, e aumenta da 6mila e 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per chi assume a tempo indeterminato i beneficiari del sussidio. E’ prorogata al 31 dicembre la Cilas per il superbonus al 110%. Si ripristina la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso. Si aumento dell’80% il congedo parentale. E si escludono le borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità dal computo reddituale.

L’emendamento del governo elimina la normativa relativa al Pos mentre il tetto al contante resta a 5mila euro, nonostante un refuso che andrà corretto ha chiarito Giorgetti, mentre un deputato trasmetteva in diretta su Facebook l’intervento del ministro, bloccata poi dopo il richiamo della presidenza.

Opzione donna, così come formulata nella manovra, per ora non cambia. Resta quindi la differenza tra madri e non madri. Resta la discriminazione che permette di andare in pensione con 35 anni di contributi alle madri di due figli o più a 58 anni, a 59 per quelle di un figlio e a 60 per le donne che per scelta o per impossibilità non hanno figli.

Negli emendamenti del governo non compare infatti alcuna modifica della misura. Che quindi al momento prevede per il 2023. Sarà inoltre applicara a tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi. Il Pd insiste però per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida dunque per tutte le donne.

Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni. E’ quanto si evince da uno degli emendamenti del governo. Viene, infatti, portata dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-2500 euro). Mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5000 euro).

“Il governo – ha aggiunto il ministro – è disponibile a un confronto con la commissione Bilancio per quanto riguarda una soluzione compatibile con la normativa e gli impegni assunti dal precedente governo sul Pnrr”. Questo il nodo che, nell’interlocuzione con Bruxelles, ha portato al ripensamento. L’esecutivo “caldeggia”, ha spiegato Giorgetti, forme “di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni”.

Regole ad hoc per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence. Le prevede uno degli emendamenti del governo alla manovra che trasferisce dal ministero della Giustizia al sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica le spese per le intercettazioni ai fini di intelligenze. L’autorizzazione spetta al procuratore generale della procura di Roma, le intercettazioni possono durare “40 giorni” prorogabili “per periodi successivi di venti giorni”. Va redatto un “verbale sintetico” da depositare entro 30 giorni dalla fine delle intercettazioni che vanno distrutte dopo le comunicazioni del premier a Copasir. Su questo punto dura la reazione dell’opposizione. Nel mirino la misura sulle intercettazioni che – per l’opposizione – è di carattere puramente ordinamentale. “E’ l’ennesima cosa mai vista. Ed è gravissimo che si intervenga alle nove di sera con un emendamento ordinamentale su una materia così delicata”, dice il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Ubaldo Pagano.

“I debiti fiscali del calcio verranno trattati come quelli di tutti”, ha chiarito il responsabile del Tesoro, “per quelli previdenziali vanno saldati entro i termini, pena le procedure previste”. Su Opzione donna “il governo ha opinioni che si scontrano con una onerosità significativa”. Si cercano soluzioni compatibili con le raccomandazioni europee. Il Pd spinge per l’eliminazione della variabile figli, la previsione della soglia anagrafica a 59 anni (e 35 di versamenti) e l’uscita a 58 per chi ha i requisiti dell’Ape sociale. Le opposizioni hanno ottenuto una retromarcia del governo, che ha ritirato i propri emendamenti sugli investimenti al Sud accogliendo quelli bipartisan. Il governo riduce poi la platea dei produttori e venditori di energia a cui si applica la tassa sugli extraprofitti. Viene fatto slittare di due mesi lo stralcio delle cartelle fino a mille euro, in cui non rientrano più multe e tributi locali. C’è un sostegno agli enti locali strutturalmente in deficit, e l’Iva ridotta del 50% per chi acquista direttamente dal costruttore abitazioni in classe energetica A e B.