Italia Viva sempre più vicina al centrodestra, Rosato: condivideremo la riforma della giustizia
Se dopo l’incontro tra Calenda e Meloni qualche dubbio era rimasto ora può essere dipanato. Il Terzo Polo e in particolare Italia Viva sembrano condividere più cose del centrodestra che di altre opposizioni al Governo.
Ora l’ apertura anche sulla riforma della Giustizia.
“Condivisibile, speriamo porti a fatti concreti caso anche “dall’opposizione noi la sosterremo con convinzione”.
Il Terzo Polo rompe gli indugi e per bocca del presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, si dice pronto a sostenere la riforma della giustizia illustrata nei giorni scorsi dal ministro Nordio e in particolare il segmento che riguarda le intercettazioni.Le parole di Rosato arrivano dopo quelle del leader Iv, Matteo Renzi, che commentando a caldo le linee programmatiche del numero uno di via Arenula, si era augurato che “dalle parole” il Governo passi “ai fatti”. Le dichiarazioni di Rosato sembrano, quindi, tracciare la linea: un pezzo di opposizione è pronta a sostenere l’impianto di riforma delineato dall’Esecutivo in tema di giustizia. Tra le fila dell’opposizione, con distinguo e paletti, anche altri si pongono in posizione di non totale chiusura. “Nelle parole di Nordio su intercettazioni, separazione delle carriere e ruolo dei Pm mi ci ritrovo – afferma il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova – perché da garantista ritrovo una prospettiva di riforma liberale della giustizia” aggiungendo che se “la forma e anche la sostanza fosse garantista voterei a favore. Ma c’è un fatto che a me allarma: la firma di Nordio su una legge manettara, securitaria, sbagliata e ideologica che è la legge anti rave”.
Nettamente contrari restano gli M5s: Federico Cafiero De Raho, deputato pentastellato ed ex procuratore nazionale Antimafia, va all’attacco affermando che le “intercettazioni sono uno strumento fondamentale per indagare sulla mafia, camorra, ‘ndrangheta. Non esiste indagine complessa sulla criminalità organizzata o sulla corruzione che non le abbia utilizzate”. Sulla stessa linea l’associazione Libera secondo la quale l’esperienza giudiziaria “insegna l’importanza e l’efficacia delle intercettazioni nel contrasto alla criminalità organizzata. Ridurre o limitare l’impiego di questi strumenti – secondo l’associazione – rischia di impedire di sapere da dove trae origine e dove si annida l’illegalità criminale in tutte le sue forme”.
Intanto i consiglieri di Area hanno presentato una istanza per chiedere al Csm di convocare un plenum con il ministro per un “confronto istituzionale” sulle ricadute delle riforme proposte che, a loro dire, “avrebbero un rilevante impatto sul funzionamento del sistema giudiziario, e in particolare sulla indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e sulla efficacia delle attività di indagine”.
Per il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, le parole di Nordio hanno “toccato un nervo scoperto: il ministro ha avuto il coraggio di dire quello che è scritto nella Costituzione. Nessuno mette in discussione l’utilità di questo strumento nei casi previsti dalla legge: ciò che non è accettabile è l’abuso, ossia l’abitudine a farne qualcosa che va al di là della funzione processuale ad esso attribuita dal codice”. Posizione, quest’ultima, condivisa anche dai penalisti per i quali il sistema intercettazioni è “al collasso”.