Iacovino sulle indagini Covid: vogliamo la verità non pietà, andremo al CSM
“Non chiediamo né carità né pietà, vogliamo solamente la verità sugli 800 morti per Covid che ci sono stati in Molise”.
Parola dell’avvocato Vincenzo Iacovino che, parlando come legale del Comitato Verità e Dignità delle Vittime del Covid presieduto da Nadia Perrella, annuncia anche il ricorso al CSM nel quale il succo delle richieste sarà questo: chiedere come mai la Procura di Campobasso continua a voler archiviare una inchiesta sulla quale vengono fuori verità per cui ci si chiede come sia possibile archiviare.
“Nonostante il gip avesse chiesto approfondimenti dopo la nostra prima opposizione all’ archiviazione – dichiara Iacovino- la procura ha chiesto di archiviare di nuovo. I primari interpellati dal Nas, come da noi richiesto, dichiarano di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma tutto questo non corrisponde totalmente al vero perché un medico che ha prodotto una memoria su come sono andate le cose esiste. Semplicemente ha sostenuto di non voler aggiungere nulla a quanto aveva già dichiarato nella sua memoria. Uno dei soggetti indagati ha dichiarato che due persone da sentire per informazioni potevano essere anch’ essi responsabili di cose accadute in pandemia”.
“Respingiamo – ha dichiarato Iacovino- fermamente l’ aspetto metagiuridico per il quale una sola sentenza giusta è quella di condanna secondo il Comitato Vittime.
Se ci sono indagini è solo grazie a queste persone che hanno denunciato. Non vogliamo la pietà di nessuno ma giustizia su questa terra. Vogliamo capire perché ci sono stati 800 morti”.
Secondo le carte in mano agli avvocati in diverse situazioni non sarebbero state rispettare le soste nell’ area grigia dell’ ospedale Cardarelli. Per questo motivo entravano nel nosocomio soggetti con il semplice tampone rapido. Durante la seconda ondata, in ospedale, si sarebbero infettati 7 infermieri 4 oss e 7 pazienti. Questo cluster non poteva che derivare da un fatto critico e gestionale
L’ avvocato Iacovino ha denunciato, tramite la conferenza stampa, anche l’ assenza del servizio pubblico e in particolare della Rai durante la denuncia della pandemia. Lì dove l’ informazione ha un ruolo fondamentale per far conoscere la verità ai cittadini. Ma forse quanto accaduto in pandemia non deve essere scoperto.