Humanity 1, a Bari 261 migranti: alcuni con evidenti segni di tortura

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Il Governo non ha bloccato alcuna nave e ha dato il consenso all’ attracco, ma non cambiano le politiche di accoglienza.

Tutto questo mentre a bordo della nave Humanity 1 in arrivo a Bari con 261 migranti a bordo soccorsi in mare nei giorni scorsi é stato scoperto che ci sono persone con evidenti segni di tortura.

Tra questi non ci sono malati o feriti gravi ma molti hanno comunque bisogno di cure mediche.

È quanto appende l’Ansa da Sos Humanity. A bordo ci sono 40 donne, 28 adulte e 12 minorenni. In totale ci sono 93 minorenni, 67 dei quali non accompagnati; 23 bambini sotto i 14 anni, tre neonati. Sulla nave anche tre donne incinte. Molti dei migranti a bordo provengono da Camerun, Egitto, Siria, Costa d’Avorio.

Tutte e tre le navi delle ong hanno ricevuto il place of safety dall’Italia per attraccare ma il governo assicura che questo non significa nessun passo nell’ accoglienza.

All’indomani dell’annuncio atteso da giorni dagli equipaggi che avevano a bordo più di 500 persone salvate dal mare, tra cui molti minori non accompagnati, il Viminale ribadisce che le azioni delle ong “spesso rischiose e provocatorie favoriscono in molti casi l’ingresso in Italia di migranti economici che non hanno alcun diritto a entrare e rimanere in Italia.

E questo a prescindere dai dichiarati intenti umanitari. Le ong rappresentano un fattore che incentiva i migranti a partire”. Nessuna linea soft dunque, tanto che oggi, anche sulla rotta balcanica, Md, Arci Asgi, Acli e Cgil richiamano il governo al rispetto della legge italiana e delle convenzioni internazionali perché i “‘respingimenti informali’ in Slovenia sono una gravissima violazione dei diritti umani”. Al di là della contingenza di questi giorni, il Viminale ha annunciato di essere “già al lavoro per presentare nuove norme per garantire la sicurezza delle frontiere e stroncare la tratta degli esseri umani che arricchisce gli scafisti e non solo. Dobbiamo arrivare a un sistema di ingressi regolari, nell’interesse degli stessi aventi diritto”.