Giornata delle persone con disabilità: un istituto scolastico su 3 ha rimosso le barriere architettoniche
Al miglioramento dell’offerta formativa degli insegnanti di sostegno, corrisponde l’aumento di allievi con bisogni educativi speciali.
Si ricorda oggi la giornata internazionale delle persone con disabilità. É stata indetta dalle Nazioni Unite dal 1981. La Giornata mira ad aumentare la consapevolezza verso la comprensione dei problemi connessi alla disabilità e l’impegno per garantire la dignità, i diritti e il benessere delle persone con disabilità. Ogni 3 dicembre la giornata è dedicata ad un tema specifico. Nel 2017, in questo stesso giorno, la Bandiera della disabilità è stata presentata presso la sede europea delle Nazioni Unite.
Si tratta di un tema sensibile che riguarda in maniera trasversale diversi campi dell’ agire e del sapere: dalla sanità ( dove le persone con disabilità meritano la migliore assistenza possibile), al sociale ( dove molte cooperative si occupano del benessere di queste persone), fino alla scuola ( istituzione dove i disabili, se ben indirizzati, possono vivere il domani con la maggiore serenità possibile, anche dopo che i genitori non ci saranno più).
Con gli anni gli insegnanti di sostegno sono stati sempre di più e hanno acquisito maggiore competenze nella soluzione dei problemi degli alunni.
Lo sostiene la ricerca Istat presentata qualche giorno fa che lamenta però un problema di strutture. Infatti solo un istituto sui 3 presenti sull’intero territorio nazionale è fornito di accessi idonei per i disabili motori. Un dato che fa male alla scuola italiana che risulta essere ancora poco inclusiva. É assolutamente necessario un cambio di passo perché sono in aumento gli alunni con “altri” Bisogni educativi speciali.
L’area dello svantaggio scolastico è molto ampia e non riguarda solo gli alunni con disabilità. Tra gli studenti con difficoltà educative-apprenditive, che richiedono un percorso didattico personalizzato,
figurano gli alunni con disturbi evolutivi specifici (come i disturbi dell’apprendimento riconosciuti dalla
Legge 8 ottobre 2010, n. 170) oppure quelli con problemi dovuti al loro ambiente socio-economico,
linguistico e culturale di provenienza.
Questi studenti, insieme agli alunni con disabilità, rientrano nella sfera degli alunni con Bisogni educativi
speciali (BES). Per questa tipologia di bisogni una direttiva ministerialeviii del 2012 ha definito in maniera
formale gli strumenti di intervento a favore di percorsi educativi personalizzati.
L’interesse per i Bisogni educativi speciali è aumentato progressivamente con la crescita di questo
fenomeno dovuta alla maggiore riconoscibilità, rispetto al passato, di molti disturbi che interferiscono
con l’apprendimento, alla più attenta osservazione da parte di docenti e genitori e all’aumento di
studenti provenienti da altri Paesi.
Se escludiamo gli alunni con disabilità descritti in precedenza, gli “altri” alunni che presentano un
Bisogno educativo speciale superano l’8% degli alunni iscritti. Più della metà sono alunni con disturbi
specifici dell’apprendimento (51,8%); l’altra quota più importante è rappresentata dallo svantaggio
socioeconomico, linguistico, culturale (35,4%).
Rispetto all’anno scolastico 2017/2018 la presenza di questi studenti all’interno della scuola risulta in
aumento del 23% (+113mila circa): più alto l’incremento nelle regioni del Centro (+25%) rispetto a quelle
del Nord (+22%).
Bisogni educativi speciali maggiori nella scuola secondaria
A tutti i bisogni di didattica specifica le scuole rispondono attraverso la logica dell’intervento individuale,
che si concretizza con la predisposizione del Piano didattico personalizzato dell’alunno (PDP) in tutti
gli ordini scolastici, in particolare all’interno della scuola secondaria di primo grado.
In questo ordine scolastico gli alunni con Bisogni educativi speciali, esclusi i ragazzi con disabilità,
rappresentano ben il 12,3% degli alunni iscritti, contro il 7% nella scuola primaria; negli ultimi quattro
anni l’incremento più consistente si osserva però nella scuola secondaria di secondo grado dove sono
aumentati di circa 85mila unità. La maggiore concentrazione è negli Istituti professionali e di tipo
artistico, in cui rappresentano, rispettivamente, il 17,5% e il 16,6% degli iscritti. Nettamente inferiore la
loro presenza all’interno dei Licei, scientifico e classico (intorno al 5%).
Questi studenti sono in aumento anche nella scuola dell’infanzia, con un rapporto sul totale degli iscritti
che passa dallo 0,9% all’1,3% in quattro anni.