Giornata dei diritti umani, ecco tutte le violazioni in Italia nel 2021
Si celebra oggi la giornata dei diritti umani. Si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei diritti umani avvenuta il 10 dicembre 1948.
L’istituzione formale della Giornata è avvenuta durante il 317º meeting globale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 1950, quando è stata promulgata la risoluzione 423(V) che invitava tutti gli stati membri e tutte le organizzazioni coinvolte ed interessate a celebrare la giornata nella maniera a loro più consona.
In Italia qual è la situazione? Ce la illustra il Rapporto 2021 sul rispetto dei diritti umani – Italia che è stato pubblicato nell’aprile scorso dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America.
ITALIA: ECCO I SETTORI CRITICI DOVE CI SONO VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
Le problematiche rilevanti in materia di diritti umani includono denunce credibili di: violenze o minacce di violenze contro giornalisti; leggi contro la diffamazione che prevedono pene fino a tre anni di carcere; negazione del diritto d’asilo; reati, violenze o minacce di violenze con motivazioni antisemite; reati che includono violenze o minacce di violenze contro membri di gruppi nazionali, razziali ed etnici minoritari e contro persone lesbiche, omosessuali, bisessuali, transgender, queer o intersesso; sfruttamento della manodopera.
LE VIOLAZIONI NELLA GIUSTIZIA
L’11 gennaio un tribunale di Piacenza ha rinviato a giudizio 5 degli 11 carabinieri arrestati nel luglio del 2020 con l’accusa di aver preso parte a un’associazione a delinquere responsabile, dal 2017 al 2020, di arresti illegittimi, torture ai danni di persone sotto custodia, traffico di stupefacenti ed estorsioni. Il 21 luglio la procura di Torino ha richiesto il rinvio a giudizio a carico del direttore e del comandante della polizia penitenziaria del carcere del capoluogo piemontese per almeno 10 casi di maltrattamenti ai danni di detenuti nel 2018 e nel 2019, e per non aver denunciato alle autorità i responsabili.
Il 30 giugno il ministero della Giustizia ha sospeso 52 guardie carcerarie accusate di aver pestato un gruppo di prigionieri, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che nel 2020 avevano protestato per avere più mascherine, guanti e disinfettanti per proteggersi dal covid-19. Il 15 luglio il presidente del consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia hanno visitato la prigione e ordinato un’indagine interna per fare piena luce sull’accaduto. I magistrati hanno aperto fascicoli sull’operato di 110 persone, fra cui guardie carcerare di vario grado e il direttore della prigione. L’Associazione Antigone, un’organizzazione non governativa (ONG) italiana che monitora il rispetto dei diritti umani dei detenuti, ha denunciato episodi analoghi che sarebbero avvenuti in altri tre penitenziari.
Nel 2020 le autorità non hanno trovato prove delle accuse di sfruttamento sessuale e abusi contro alcuni militari italiani impegnati in una missione di pace dell’ONU e hanno chiuso il caso.
L’impunità delle forze di sicurezza non rappresenta un problema significativo.
LA SITUAZIONE DELLE CARCERI
Secondo un rapporto pubblicato a marzo dall’Associazione Antigone, il 23 per cento dei 44 penitenziari visitati dalla ONG nel 2020 e nel 2021 non rispettava il requisito minimo di 3 metri quadri di spazio per ogni detenuto. Il rapporto sottolineava inoltre che il 29 per cento delle celle non disponeva di acqua calda. La mancanza di accesso all’attività fisica ha contribuito, in alcuni casi, a episodi di autolesionismo tra i detenuti.
Ristretti Orizzonti, una ONG che monitora i decessi in carcere, ha riferito che alla data del 4 settembre 35 detenuti si erano suicidati e 52 erano morti per altre cause. L’Associazione Antigone ritiene che il sovraffollamento e la mancanza di servizi siano all’origine di numerosi decessi.
In molti casi, l’assistenza sanitaria nelle carceri (sul piano della diagnostica, delle terapie e del supporto psichiatrico, fra le altre cose) è inadeguata. Il garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha denunciato che in alcune strutture sovraffollate le autorità non hanno consentito al personale di applicare tutte le misure raccomandate dal Governo per impedire la diffusione del covid-19. Nel dicembre del 2020 più di 1.000 detenuti e oltre 700 guardie carcerarie erano risultati positivi al covid-19.
LA CRITICITA’ NELLA LIBERTA’ DI STAMPA: 123 INTIMIDAZIONI A GIORNALISTI
Le forze dell’ordine hanno segnalato 123 casi di intimidazioni ai danni di giornalisti fra gennaio e luglio, contro i 103 dello stesso periodo nel 2020. Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha segnalato alcune aggressioni ai danni di esponenti dei mezzi di informazione. L’11 aprile un uomo non identificato ha aggredito la giornalista televisiva di Rete 4 Carmen La Gatta e due redattori che erano con lei mentre stavano realizzando delle interviste nella città piemontese di Cuneo, usando la forza fisica, anche con una catena di metallo, per aggredire i giornalisti e il veicolo su cui viaggiavano. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, il 28 agosto, a Roma, una folla che protestava contro le misure del Governo per contrastare la pandemia di covid-19 ha circondato Antonella Alba, una giornalista che lavora per il canale della televisione pubblica RAI News 24, insultandola, aggredendola e ferendola fisicamente e cercando di rubarle il cellulare.
VIOLAZIONI SUI MIGRANTI
Amnesty International e altre ONG hanno accusato il Governo di essere venuto meno al suo dovere di proteggere i migranti con il rinnovo, il 7 febbraio, del memorandum di intesa del 2017 con la Libia sul contrasto all’immigrazione illegale. Le autorità italiane hanno cooperato con la Guardia costiera libica per confiscare imbarcazioni con a bordo migranti nelle acque libiche e riportarle nel Paese nordafricano. L’UNHCR non considera la Libia un “Paese sicuro” a causa dell’assenza di un sistema di asilo funzionante, delle difficoltà, ampiamente denunciate, che incontrano profughi e richiedenti asilo in quel Paese (come la mancanza di protezione dagli abusi), dell’assenza di soluzioni durature e del maggior rischio di finire vittime di tratta di esseri umani per i migranti costretti a rimanere in Libia.
Abusi ai danni di migranti e rifugiati: le organizzazioni umanitarie internazionali e le associazioni per i diritti umani hanno accusato il Governo di mettere in pericolo i migranti incoraggiando le autorità libiche, attraverso la fornitura di risorse e collaborazione, a intercettare i migranti in mare e riportarli nei centri di accoglienza del Paese nordafricano. Le associazioni umanitarie e le organizzazioni internazionali considerano inumane le condizioni di vita nei centri di accoglienza libici.
L’OIM, l’UNHCR e le ONG hanno denunciato lo sfruttamento lavorativo (che include la tratta di manodopera) dei richiedenti asilo, in particolare nell’agricoltura e nel settore dei servizi (si veda la sezione 7.b), e lo sfruttamento sessuale (che include la tratta di minori a tale scopo) dei migranti minori non accompagnati (si veda la sezione 6, Minori).
LE FALLE NELLA CORRUZIONE
Il 29 marzo il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa ha riscontrato l’assenza di “norme chiare ed effettivamente applicabili in materia di conflitto di interesse” per i parlamentari, di “un insieme definito di limitazioni in materia di sovvenzioni, doni, ospitalità, favori e altri benefici accordati ai parlamentari”, di “norme chiare sull’integrità parlamentare, in particolare mediante lo sviluppo di attività intensificate in materia di formazione specializzata” e sull’ “incompatibilità tra l’esercizio simultaneo della funzione di magistrato e quella di membro di un organismo di governo locale”.
Corruzione: a gennaio è cominciato in Calabria il processo contro 325 affiliati alla ‘ndrangheta. I reati di cui sono accusati gli imputati includono omicidio, estorsione, usura, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti, corruzione e associazione criminale. Il procedimento giudiziario si propone di portare alla luce i profondi legami esistenti fra la criminalità organizzata e altri elementi della società. Alla fine dell’anno, il processo era ancora in corso.
Il 29 marzo il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa ha riscontrato l’assenza di “norme chiare ed effettivamente applicabili in materia di conflitto di interesse” per i parlamentari, di “un insieme definito di limitazioni in materia di sovvenzioni, doni, ospitalità, favori e altri benefici accordati ai parlamentari”, di “norme chiare sull’integrità parlamentare, in particolare mediante lo sviluppo di attività intensificate in materia di formazione specializzata” e sull’ “incompatibilità tra l’esercizio simultaneo della funzione di magistrato e quella di membro di un organismo di governo locale”.
Corruzione: a gennaio è cominciato in Calabria il processo contro 325 affiliati alla ‘ndrangheta. I reati di cui sono accusati gli imputati includono omicidio, estorsione, usura, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti, corruzione e associazione criminale. Il procedimento giudiziario si propone di portare alla luce i profondi legami esistenti fra la criminalità organizzata e altri elementi della società. Alla fine dell’anno, il processo era ancora in corso.
GLI ABUSI NEL LAVORO
Sono stati registrati casi di lavoro forzato. Secondo quanto riferito dalle ONG, nell’edilizia, nei servizi domestici, nell’industria alberghiera, nella ristorazione e nel settore agricolo, soprattutto al Sud, sono stati registrati casi di servitù per debiti. La pratica negli ultimi tempi si è estesa ad altri settori e regioni. I mezzi di informazione hanno riportato casi sporadici di cittadini cinesi costretti a lavorare nel settore tessile e di persone con disabilità originarie della Romania e dell’Albania obbligate a mendicare da gruppi criminali. In Sicilia, durante la pandemia, 30.000 lavoratori in circa 5.500 aziende agricole hanno lavorato per appena 15 euro al giorno. Sono stati registrati anche casi di bambini vittime di lavoro forzato (si veda la sezione 7.c).
Nel 2020 un nuovo piano triennale (2020-2022) ha rilanciato gli sforzi del Governo per combattere lo sfruttamento della manodopera e altre pratiche illegali nel settore agricolo. Nello stesso anno, la Commissione europea e il ministero del Lavoro hanno finanziato progetti per coordinare le ispezioni dell’Ispettorato del lavoro con le forze dell’ordine e il settore privato. Anche se la pandemia di covid-19 ha complicato il lavoro degli ispettori, le autorità nel 2020 hanno individuato a livello nazionale 1.850 vittime potenziali di caporalato e altre violazioni delle leggi del lavoro; 119 di loro erano immigrati clandestini. Squadre di ispettori, in diverse province del Centro e del Sud Italia, hanno condotto ispezioni in 758 siti, verificato 4.767 posizioni e individuato 1.069 violazioni della normativa sul lavoro e 205 vittime potenziali. In seguito alle ispezioni, sono state chiamate in giudizio 22 persone. Questo approccio fondato sul coinvolgimento di più organismi pubblici è stato allargato includendo un gruppo ad hoc composto da funzionari sanitari locali, ispettori di altre regioni e mediatori culturali messi a disposizione dall’OIM.
Sono stati registrati casi di lavoro forzato. Secondo quanto riferito dalle ONG, nell’edilizia, nei servizi domestici, nell’industria alberghiera, nella ristorazione e nel settore agricolo, soprattutto al Sud, sono stati registrati casi di servitù per debiti. La pratica negli ultimi tempi si è estesa ad altri settori e regioni. I mezzi di informazione hanno riportato casi sporadici di cittadini cinesi costretti a lavorare nel settore tessile e di persone con disabilità originarie della Romania e dell’Albania obbligate a mendicare da gruppi criminali. In Sicilia, durante la pandemia, 30.000 lavoratori in circa 5.500 aziende agricole hanno lavorato per appena 15 euro al giorno. Sono stati registrati anche casi di bambini vittime di lavoro forzato (si veda la sezione 7.c).
Nel 2020 un nuovo piano triennale (2020-2022) ha rilanciato gli sforzi del Governo per combattere lo sfruttamento della manodopera e altre pratiche illegali nel settore agricolo. Nello stesso anno, la Commissione europea e il ministero del Lavoro hanno finanziato progetti per coordinare le ispezioni dell’Ispettorato del lavoro con le forze dell’ordine e il settore privato. Anche se la pandemia di covid-19 ha complicato il lavoro degli ispettori, le autorità nel 2020 hanno individuato a livello nazionale 1.850 vittime potenziali di caporalato e altre violazioni delle leggi del lavoro; 119 di loro erano immigrati clandestini. Squadre di ispettori, in diverse province del Centro e del Sud Italia, hanno condotto ispezioni in 758 siti, verificato 4.767 posizioni e individuato 1.069 violazioni della normativa sul lavoro e 205 vittime potenziali. In seguito alle ispezioni, sono state chiamate in giudizio 22 persone. Questo approccio fondato sul coinvolgimento di più organismi pubblici è stato allargato includendo un gruppo ad hoc composto da funzionari sanitari locali, ispettori di altre regioni e mediatori culturali messi a disposizione dall’OIM
DISCRIMINAZIONI DI DONNE E POPOLAZIONE LGBT
Sono stati registrati anche casi di discriminazioni basate sul genere, la religione, la disabilità, l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Il Governo ha portato avanti campagne informative per promuovere la diversità e la tolleranza, anche sul luogo di lavoro.
In molti casi le vittime di discriminazioni, secondo i sindacati, non sono disposte a richiedere le forme di tutela offerte dalle leggi sul lavoro o dai contratti collettivi, per timore di ritorsioni. Secondo uno studio dell’EUROSTAT del 2021, i guadagni lordi orari percepiti dalle donne in Italia nel 2019 erano mediamente più bassi del 14,1 per cento rispetto agli uomini che svolgono lo stesso lavoro.
Nel 2020 il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha condotto 309 ispezioni a tutela delle madri lavoratrici e delle donne incinte. I settori dove le violazioni sono più frequenti includono l’industria alberghiera, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, il turismo e l’assistenza sanitaria e domiciliare.