Femmincidi, Meloni interviene sulla condanna del branco di Desirée Mariottini. Silenzio su altri casi

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Fra pochi giorni sarà il 25 novembre. Giornata dell’eliminazione della violenza sulle donne. Ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dimostrato di avere sensibilità solo per alcune vittime. Commenta così la sentenza sul femminicidio di Desirée Mariottini.

” Questa sentenza – sottolinea Meloni- dà solo un po’ di pace ma nessuno ci restituisce mia figlia, il dolore per la sua morte lo sento ogni giorno.
Comprendo le parole di Barbara, madre di Desirée, e le mando un forte abbraccio. Adesso, almeno, giustizia è stata fatta. Faremo tutto il possibile per rendere l’Italia più sicura. Per non dimenticare Desirée e tutte le vittime di violenza”.
Per questo femminicidio a Roma sono state confermate in Appello le condanne per le quattro persone imputate: due ergastoli e 27 e 24 anni e mezzo. La 16enne, di Cisterna di Latina, era morta il 19 ottobre 2018 dopo aver assunto un mix di droghe. La ragazzina, vittima anche di abusi, fu trovata senza vita in un edificio abbandonato nel quartiere San Lorenzo, a Roma.


I condannati sono Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe accusati, a vario titolo, di omicidio, violenza sessuale e spaccio. Gara e Salia sono stati condannati all’ergastolo, Chima a 27 anni e Minthe a 24 e mezzo.

“Speravo nella conferma delle condanne – ha detto la madre della ragazza -. Sono quattro mostri e devono stare dietro le sbarre. Questa sentenza mi da’ un solo po’ di pace dopo tanto dolore, ma il dolore ci sarà sempre e nessuno mi ridarà mai mia figlia”.

Giusto il post della premier ma navigando sulla sua pagina notiamo però assoluto silenzio su altri casi di femminicidio. Dove non esiste la relazione tra imputati extracomunitari e vittime italiane.

Le violenze e i femminicidi sono tutti importanti allo stesso modo. È giusto ricordarlo quando tutto questo accade.