Costruire Democrazia a Montagano, Romano e Iacovino ne hanno per tutti: inversione di rotta sulla sanità e stop alla corruzione in Molise

di Giuseppe Bianchi
Lancia bordate a destra e manca Vincenzo Iacovino nell’incontro tenutosi a Montagano. Affiancato da Massimo Romano, dall’Onorevole Rosa Alba Testamento, dalla giornalista Viviana Pizzi,dall’ex direttore dell’ARPA Carmine Tarasco e dalla consigliera Giuseppina Semprevivo, l’avvocato Montaganese scalda gli animi della platea – Hanno già perso quindici mila voti e ne perderanno altri ancora- e continua – Tajani e Cesa vengono in Molise per fare gli aperitivi a dimostrazione e di come la destra non riesca a portare le persone in piazza.
Assistiamo da avvocati alla disperazione di una regione dove tutti i diritti sono negati.
Attacca sulla Sanità – Siamo tra le sette regioni italiane che non garantiscono i LEA (livelli essenziali di assistenza sanitaria) – e rivendica i risultati giudiziari ottenuti in tribunale – Grazie alle azioni giudiziarie è stato dichiarato incostituzionale il Piano Operativo 2018-2021 adottato con Decreto legislativo e – continua Iacovino – è stato sospeso dal TAR Molise il Piano Operativoo 2021-2023 grazie all’operato di Massimo Romano.
Prima bordata alla destra – Il piano operativo – spiega l’avvocato – è la programmazione sanitaria che dovrebbe avere la regione – e poi tuona – chi ha governato ha dimostrato di non essere capace di programmazione sanitaria.
Grazie all’azione giudiziaria – continua Iacovino – il centro nascita di Termoli è ancora aperto. Stranamente – sottolinea l’avvocato montaganese – tra i sindaci del basso Molise che hanno
impugnato questo provvedimento contro la destra vi è il sindaco Roberti che oggi è candidato con la destra, la stessa destra che Roberti ha combattuto per tenere aperto il centro nascite di Termoli.

Oggi Roberti viene a dirci che deve cambiare le cose – tuona Iacovino – ma come può cambiarle assieme a coloro che lui stesso ha combattuto?
Attacca Iacovino e denuncia atti clientelari in corso durante la campagna elettorale – siamo al voto di scambio – tuona l’avvocato.
Abbiamo avuto 800 morti e abbiamo dimostrato grazie alle denunce nostre e dei medici e dei cittadini che non tutti gli 800 morti sono morti di COVID.[…] La mala gestione della sanità ha generato cluster all’
interno degli ospedali a partire dai Pronto Soccorso.
Abbiamo dimostrato che la malegestione ha provocato il COVID negli ospedali.[…] Ci siamo esposti affinché queste carte fossero ancora all’attenzione della Procura.
Voglio portare un’ azione di legalità in consiglio regionale per la tutela dei diritti e dei beni comuni. […] –
e ancora –
[…] Siamo avanti di 10 punti e vinceremo le elezioni! – incalza Iacovino e propone una visione diversa del sistema sanitario regionale riprendendo la questione di come il Vietri possa diventare centro di riabilitazione post-covid e punto di riferimento nel centro sud.
Dobbiamo organizzare il turismo di ritorno – propone il candidato di Costruire Democrazia ed aggiunge che il Turismo non può essere più oggetto di logiche clientelari.
La palla passa a Massimo Romano – stiamo davanti ad un referendum tra vecchio e nuovo – e continua – se vincerà Roberti, entreranno tutti i consiglieri di maggioranza uscenti.
Continua Romano – dobbiamo diventare dei dischi rotti, dobbiamo dirlo a tutti – e incalza la platea – chi vota per i candidati di centrodestra sta condannando il Molise a restare vittima e ostaggio di tutti i consiglieri che sono ancora in carica oggi!
Il Consiglio Regionale non si riunisce da tre mesi – e continua il leader di Costruire Democrazua – è un referendum tra due visioni opposte nella gestione dei beni pubblici.
L’Acqua è un bene pubblico che deve restare tale – e attacca – non è un mistero che ambienti di centrodestra mirino a privatizzare l’acqua.
È bene che lo sappiano da subito – conclude – se noi entreremo nelle istituzioni, impediremo alle multinazionali di fare affari sulla pelle dei molisani – e attacca – non consentiremo le speculazioni a danno del territorio molisano a causa di una classe politica che è stata, nella migliore delle ipotesi, complice e,nella peggiore delle ipotesi, corrotta.