Bigenitorialità al palo? La Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per aver costretto una madre a favorire l’incontro dei figli col padre violento

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Tutela della bigenitorialità a tutti i costi. Madri maltrattate costrette a far incontrare i figli ai padri violenti. Tutto questo potrebbe finire qui e ora anche in Italia. Il Paese finto progressista che in nome della famiglia tradizionale composta da padre, madre e figli sacrifica sempre le donne.

È la Corte europea dei diritti umani (Cedu) a porre un freno a tutto questo. Bacchettando ancora una volta la nostra nazione ha condannato l’Italia per aver costretto due bambini a incontrare il padre, tossicodipendente e alcolista, accusato di aver maltrattato e minacciato la madre, in un ambiente “non protetto”.

Lo Stato italiano, come si legge nella sentenza, è stato inoltre condannato per aver sospeso la responsabilità genitoriale della madre, considerata un genitore “ostile ai contatti dei figli con il padre”, in quanto si era rifiutata di partecipare alle sedute, perché temeva per la propria sicurezza e quella dei piccoli.

Secondo i giudici di Strasburgo quella di definire come “genitore non collaborativo” le donne che si oppongono ai contatti dei figli con i padri adducendo come ragione la violenza domestica subita, è una pratica molto diffusa nei tribunali italiani.

Nel ricorso la donna, di cui la Cedu non dà alcuna generalità, aveva sostenuto che lo Stato aveva violato il diritto suo e dei suoi figli a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, oltre che quello al rispetto della vita familiare e privata.

La Corte di Strasburgo ha deciso di scartare la violazione per maltrattamenti e ha condannato l’Italia solo per non aver rispettato il diritto alla vita privata e familiare della donna e dei suoi figli. Inoltre la Cedu ha riconosciuto alle vittime 7 mila euro di danni morali, invece dei 130 mila richiesti nel ricorso.

Una vittoria per le madri italiane una sentenza del genere. I tribunali che le penalizzano quasi sempre non potranno non tenerne conto. Un colpo al patriarcato sferrato ancora una volta dalla giustizia europea. I tribunali italiani e la nostra cultura sono ancora lontani dalla parità e l’Italia non è ancora un paese per madri.

Che sia anche questa la causa della scarsa natalità nel nostro Paese? Sicuramente sì. La donna preferisce, in un sistema che la penalizza, non procreare affatto piuttosto che rimanere impigliata nelle maglie della giustizia.