Anno Accademico Unimol, il ministro della salute Schillaci: ci impegneremo per un decreto Molise che risolva l’insoluto di 15 anni di piano di rientro

“E’ ora di superare il commissariamento, tutti devono avere le stesse opportunità di curarsi senza esserci differenze tra regioni”. E’ in sintesi quanto affermato questa mattina dal ministro per la Salute Orazio Schillaci, intervenendo all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Unimol 2022-2023.
Cose che i molisani si aspettano di sentire da quindici anni, ossia da quando il piano di rientro è iniziato nel lontano 2009 ma che nei fatti ancora nulla è cambiato.
“Troveremo presto le soluzioni – ha continuato Schillaci- bisogna tener presenti le peculiarità delle varie regioni – credo che tutti i cittadini indipendentemente da dove sono nati e risiedono e indipendentemente dal loro reddito devono avere le stesse opportunità di cura. In una nazione moderna deve essere raggiunto. Bisogna salvaguardare il nostro sistema sanitario nazionale definanziato dal 2013 in poi. C’è stata una ripresa nel Covid. La sanità pubblica va riorganizzata, bisogna avere delle idee innovative per superare questo sistema. Il ministero per risolvere i problemi del Molise può dare delle indicazioni. Bisogna uscire dai problemi del Covid per salvaguardare altre cose rimaste indietro come gli screening oncologici”.
Sul Covid si sta lavorando per ridurre l’isolamento degli asintomatici a cinque giorni. Nella manovra sulla sanità ci sono due miliardi in più rispetto allo scorso anno,
Il Rettore Luca Brunese è stato felicissimo di accogliere il ministro Schillaci in una festa di ateneo importante a 40 anni dalla nascita dell’Ateneo.
Alla cerimonia, oltre a tutte le massime autorità accademiche e istituzionali c’era anche il presidente della Regione Donato Toma
Un caloroso benvenuto al Ministro della Salute Orazio Schillaci la cui presenza oggi segna un nuovo, importante punto di contatto tra il Governo centrale e il Molise, rafforzando il rapporto di reciproca e proficua vicinanza sul piano istituzionale.
Un saluto cordiale al Rettore Luca Brunese, il cui prezioso dinamismo sta imprimendo un’accelerazione per il perseguimento degli obiettivi e delle azioni funzionali al miglioramento della qualità dei servizi offerti da Unimol. Un Rettore attento e presente, la guida di un ateneo fortemente motivato e coeso, dalla governance alla struttura organizzativa, dai tecnici amministrativi al corpo docente.
Saluto i parlamentari, i prefetti, le autorità civili, militari e religiose, porgo il mio benvenuto ai Magnifici Rettori delle altre Università e saluto la Professoressa Fabrizia Abbate, cui è affidata la prolusione sul delicato e stimolante tema delle Trasformazioni per un’etica di confine. Abbraccio simbolicamente e incoraggio tutti gli studenti, impegnati nella costruzione del proprio avvenire, un passo alla volta, in un meraviglioso e unico viaggio formativo.
Ho una volta ancora l’onore di rappresentare il Molise e plaudire alla meritoria opera di istruzione di livello superiore, e di promozione della ricerca, realizzate dall’ateneo.
L’Università degli Studi del Molise rappresenta un elemento di vanto per la nostra regione e un riferimento solido su cui poggiare le basi del futuro.
In quarant’anni Unimol ha saputo costruirsi un nome, accogliendo e formando una quantità enorme di giovani, diversificando offerta e servizi.
Parliamo sempre più frequentemente di ‘nostro ateneo’ perché è così che lo reputiamo: ‘nostro’ come qualcosa di cui essere fieri, un bene di grande valore, da preservare. Siamo cresciuti come territorio grazie all’Università, ci siamo sprovincializzati, abbiamo dato una nuova possibilità ai nostri giovani.
Oggi l’Unimol non è soltanto un mirabile modello di istruzione, ma è anche un centro di innovazione e di progetti che favoriscono una fluida compenetrazione nel tessuto sociale regionale.
L’Università del Molise è storicamente aperta e sensibile alle vicende sociali ed economiche del territorio e riteniamo di poter affermare che tale orientamento è stato sapientemente calibrato in tempi recenti.
Non è questo il consesso ideale per citare la molteplicità di progetti che vede la Regione Molise lavorare in sinergia con l’ateneo.
La presenza del Ministro della Salute mi induce tuttavia a ricordare per l’occasione che, alcuni giorni fa, abbiamo prorogato il Protocollo d’Intesa con Unimol in materia sanitaria. Siamo stati spinti dal desiderio di vivificare una collaborazione che percepiamo come elemento di pregio oltre che esperienza ampiamente consolidata.
In secondo luogo, lavoriamo insieme per dare un’opportunità in più alla sanità molisana, da una parte, e rendere più attrattivi i corsi di laurea di area medica e delle professioni sanitarie nel territorio molisano, dall’altra.
La competitività della Sanità molisana è sensibilmente legata alla competitività dei suoi interlocutori. L’Università del Molise è per noi il partner naturale di progetti di ricerca, formazione, cultura e, appunto, sanità. Ne siamo onorati oltre che compiaciuti.
Condividiamo l’impostazione del ruolo che l’Università ha assunto nel corso degli anni. Siamo consapevoli dell’importanza che l’istruzione, la cultura e la ricerca rivestono per il progresso della società. Auspichiamo che tale percorso venga sostenuto con sempre maggiore determinazione dai vari decisori politico-istituzionali. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, ai professionisti che stanno scrivendo la storia dell’Unimol e lo dobbiamo al territorio che ci onoriamo di rappresentare.
Complimenti, quindi, e buon lavoro a chi è parte vitale di un ateneo in salute, sempre pronto a raccogliere le sfide insidiose di un futuro che viaggia molto, a volte anche troppo, veloce. La cultura ci viene sempre in soccorso: la capacità di discernere, di sviluppare il senso critico, di approfondire e di capire sono tutte prerogative di una buona Università e noi molisani, e non solo noi, abbiamo la grande fortuna di averne una.
Grazie al Magnifico Rettore, al corpo docente, al personale tecnico e amministrativo, a voi, ragazze e ragazzi che vi apprestate a vivere un nuovo anno accademico che in termini aulici, più consoni alla solennità del momento, mi piace definire come una ‘nuova stagione’.
Abbiamo forti motivazioni, oggi, ottime sensazioni: l’Università degli Studi del Molise è una certezza e ha grandi idee per il futuro. Le istituzioni sono e saranno sempre al suo fianco.
Ecco invece il messaggio del sindaco di Campobasso Roberto Gravina
“L’inaugurazione dell’anno accademico della nostra Università, quest’anno si lega a doppio filo ad un anniversario altrettanto importante, quello dei quarant’anni che il nostro Ateneo compie. Quarant’anni che hanno contribuito a formare culturalmente, professionalmente e umanamente nuove generazioni, nuovi professionisti, restituendo al nostro territorio una vitalità e una dinamica relazionale tra enti ed istituzioni che abbiamo imparato a riconoscere come valore aggiunto di ogni nuovo progetto che nel corso di questi anni abbiamo provato insieme non solo ad immaginare ma, soprattutto, a rendere operativo.
Le strategie di sviluppo per il nostro territorio e per le nostre comunità, in questi quarant’anni, hanno tratto linfa vitale dalla presenza dell’Università degli Studi del Molise nella nostra regione, ma gli anniversari, in modo non tanto dissimile dalle inaugurazioni, servono anche a porsi dei nuovi obiettivi, a rilanciare collaborazioni, intendimenti, individuando cosa, nel concreto, si vuole porre al centro dell’orizzonte futuro.
Ebbene, il discorso dal quale non possiamo sottrarci per ciò che riguarda la nostra terra e i nostri giovani e al quale ognuno di noi, come rappresentanti istituzionali, deve necessariamente dare il proprio contributo in termini di proposte e non solo di evidenziazioni del problema, è quello legato allo spopolamento conseguenza della mancanza di opportunità di lavoro, inutile girarci intorno.
Il nostro territorio deve trovare una sua forma di attrattività non episodica da poter offrire all’attenzione dei tanti giovani che pur crescendo e formandosi qui poi, a un certo punto del loro percorso di vita e professionale, si ritrovano ad andare via per sempre.
L’Università degli Studi del Molise ha nel suo DNA la capacità di fare da collettore accademico e scientifico di relazioni e saperi diversificati, utili alla definizione di forme di progettazione inclusiva che ripartendo dalle esigenze reali della nostre comunità, rendano attuale e realizzabile l’innesco di un processo produttivo e lavorativo che ha bisogno di investimenti anche pubblici.
Al Ministro Schillaci al quale porgo il saluto dell’intera Amministrazione comunale e quello della città di Campobasso, in quest’ottica, chiediamo non assistenzialismo in campo sanitario, come magari facilmente si potrebbe immaginare, ma lo studio di interventi sistemici che siano il frutto di confronti il più possibile diretti, anche attraverso chi è delegato a rappresentare le nostre comunità in Parlamento, ma concertati e sviluppati in modo tale che partano dalle risultanze di lungo corso che il nostro territorio ha prodotto, attraverso le esperienze e le osservazioni di chi ci vive, perché sarebbe limitante e non risolutivo pensare di concentrare le attenzioni su un singolo intervento che non tenga conto delle relazioni che intercorrono tra le diverse sfere produttive locali.
Ricordo come sempre qui, presso l’Unimol, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato inaugurato nel 2016 il centro nazionale “ARIA” ovvero il Centro di ricerca per le Aree Interne e gli Appennini e non posso non rilevare che la nostra regione può considerarsi tutta o quasi un’area interna e in quanto tale, tutta affetta dalle problematiche di aree a forte rischio di marginalizzazione economica e per essa, sociale.
Ciò deve indurci a comprendere che è dal contemporaneo, da questo tempo presente che dobbiamo affrontare prima che diventi passato, che abbiamo l’esigenza non più rinviabile di ripartire agendo, collaborando, così come in parte già stiamo facendo, noi come Amministrazione comunale e l’Università come realtà di analisi e proposta scientifica, con progetti che vogliamo diventino stabili occasioni formative, tecnologicamente all’avanguardia, dedicati espressamente alla sperimentazione di un’idea di produttività sostenibile e nuova.
Il vero interesse che abbiamo come Amministrazioni e come istituzioni in generale è, quindi, che non si ragioni per compartimenti stagni; la nostra Amministrazione Comunale, nel suo rapporto con l’Università, ha difatti coltivato, in questi anni, una visione d’insieme degli interessi sociali e produttivi utili e necessari per la nostra realtà, tenendo insieme i fili di un discorso che, per poter condurre a dei risultati tangibili, deve contemplare le esigenze così come le potenzialità di tutti i settori pubblici e di quelli imprenditoriali presenti nella nostra regione, perché o iniziamo subito a tracciare insieme la rete dei percorsi strategici necessari a rivitalizzare il nostro tessuto produttivo, oppure non ci sarà modo di farlo da soli né oggi e né in futuro.”